La crisi in Ucraina sta aiutando BorisJohnson Il governo britannico era vicino all’implosione dopo gli scandali, ma le tensioni geopolitiche gli hanno permesso di ribadire il ruolo internazionale del Paese | VonCaste europea_lk
Johnson ha cercato di incarnare la figura di un “premier di guerra”, come il suo idolo Winston Churchill. Da subito. Ha indossato metaforicamente l’elmetto quando le cancellerie erano ancora ferme alle telefonate. È stato tra i primi, se non il primo capo di Stato a volare a Kiev. Si sentiva “in trincea” già in patria, accerchiato dall’opposizione interna che voleva le sue dimissioni e a picco nei sondaggi. Così ha scelto il fronte vero.
Un altro effetto positivo – per Downing Street, ma anche per lo schieramento occidentale – è aver consolidato la “relazione speciale” con la Casa Bianca. Il premier si rende conto della dipendenza energetica dal gas russo di molti paesi dell’Unione europea, ha insistito sulle sanzioni, ha difeso la Nato offrendole un sostegno «incondizionato». Altro che la «morte cerebrale» di cui aveva parlato il presidente francese Emmanuel Macron, con cui i rapporti sono migliorati.
In quel caso, il cancelliere è sembrato assistere per interposta persona, quella del presidente Joe Biden, all’annuncio che l’infrastruttura sarebbe stata bloccata in caso di invasione russa. «Ogni amministrazione democratica – sentenzia– esordisce dicendo che la Germania è il cuore dell’Europa e i legami vanno approfonditi, ma dura finché non scoppia la prima crisi di sicurezza». Così, si riscalda la linea telefonica con Londra.
. Aveva denunciato come «illegale» l’occupazione della Crimea e criticato il «gioco sporco» del Cremlino, sui cyber-attacchi e non solo. Era scoppiato undiplomatico, l’ambasciata russa di Londra lo aveva tacciato di volere riaprire la Guerra fredda.