Processo “rimborsi gonfiati” dell’Est Sesia, la procura di Torino ricorre contro le assoluzioni

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NOVARA – Il tribunale di Novara aveva assolto tutti ma la procura generale di Torino non si arrende: sostiene che le prove ci sono, anche di un’associazione per delinquere. Questo il motivo per cui i pm del capoluogo regionale (la procura di Novara ha scelto di non fare ricorso) hanno presentato appello contro la sentenza emessa il 30 ottobre al processo per i cosiddetti «rimborsi gonfiati» dell’Est Sesia. Riguarda i 18 capi d’accusa per cui i giudici di primo grado avevano escluso la responsabilità dei nove imputati, fra cui gli ex vertici e dirigenti del consorzio irriguo con sede a Novara, uno dei più grandi in Italia. Per altre 19 imputazioni, per truffa, falso e turbativa d’asta nelle rendicontazioni delle ore lavoro e negli appalti su opere e lavori, è già arrivata la prescrizione e non si procederà. Di fatto sarà un vero e proprio nuovo processo. Secondo riforme relativamente recenti, infatti, in caso di appello del pm contro l’assoluzione viene riaperta l’istruttoria e vengono riascoltati i testimoni. E la lista è lunga. Si attende ora la fissazione dell’udienza: vista l’emergenza sanitaria, e comunque la mole di faldoni relativi alla vicenda, sarà in autunno se non addirittura nella primavera del prossimo anno. La procura generale ritiene che all’Est Sesia ci fosse una sorta di accordo fra i dirigenti per commettere una serie indeterminata di reati. Quello di associazione per delinquere, per il quale lo stesso pm di Novara aveva chiesto l’assoluzione, era contestato a quattro dei nove imputati rimasti (molti erano usciti di scena in udienza preliminare o alle fasi iniziali del processo nel 2017): l’ex direttore generale Bruno Bolognino, la dirigente amministrativa Luisa Lazzarini, il dirigente tecnico Giorgio Massara e la progettista Francesca Bozzola. Categorico, sul tema, il giudizio del tribunale di Novara nella sentenza di 117 pagine. «Non è emersa in alcun modo l’esistenza di un sodalizio che avrebbe sfruttato e sviato l’attività pubblicistica dell’ent

Il tribunale di Novara aveva assolto tutti ma la procura generale di Torino non si arrende: sostiene che le prove ci sono, anche di un’associazione per delinquere. Questo il motivo per cui i pm del capoluogo regionale hanno presentato appello contro la sentenza emessa il 30 ottobre al processo per i cosiddetti «rimborsi gonfiati» dell’Est Sesia.

Di fatto sarà un vero e proprio nuovo processo. Secondo riforme relativamente recenti, infatti, in caso di appello del pm contro l’assoluzione viene riaperta l’istruttoria e vengono riascoltati i testimoni. E la lista è lunga. Si attende ora la fissazione dell’udienza: vista l’emergenza sanitaria, e comunque la mole di faldoni relativi alla vicenda, sarà in autunno se non addirittura nella primavera del prossimo anno.

La procura generale ritiene che all’Est Sesia ci fosse una sorta di accordo fra i dirigenti per commettere una serie indeterminata di reati. Quello di associazione per delinquere, per il quale lo stesso pm di Novara aveva chiesto l’assoluzione, era contestato a quattro dei nove imputati rimasti : l’ex direttore generale Bruno Bolognino, la dirigente amministrativa Luisa Lazzarini, il dirigente tecnico Giorgio Massara e la progettista Francesca Bozzola.

«Non è emersa in alcun modo l’esistenza di un sodalizio che avrebbe sfruttato e sviato l’attività pubblicistica dell’ente al fine di arricchirne la parte privata. Non traspare in alcuna intercettazione e testimonianza l’esistenza di un preventivo accordo fra gli imputati, i quali svolgono funzioni del tutto eterogenee fra loro».

Al centro del processo, in particolare, lavori di ristrutturazione al torrente Strona, alle rogge Mora e Mora Strona, sui canali Quintino Sella e Regina Elena, oltre che progetti come ad esempio il «Partecipacqua», per la realizzazione di un’area di «ecosistema filtro» nella zona della roggia Castellana.

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