Un'avvocata trentina, consigliera nel CSM, denuncia l'interruzione del suo intervento durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario a Brescia. La protesta dei magistrati, contro la separazione delle carriere, si è concretizzata nell'uscita dall'aula durante il discorso del rappresentante del governo, ma ha raggiunto un livello inaccettabile quando alcuni magistrati hanno impedito all'avvocato di esprimersi sul tema.
«Quanto accaduto sabato scorso a Brescia durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario è di una gravita inaudita. Mi spiace che nessuno abbia poi sentito l’esigenza di scusarsi», afferma l’avvocata trentinaConsigliera, può raccontarci cosa è successo?
«I vertici dell’Anm, l’altra settimana, avevano dato indicazione ai propri iscritti sulle modalità della protesta contro la separazione delle carriere. Avevano deciso che nel momento in cui prendeva la parola il rappresentante del governo dovevano uscire dall’aula, indossando la toga con una coccarda tricolore e tenendo in mano la Costituzione.
Lei è nella Commissione per gli incarichi direttivi del Csm. Si sente il peso delle correnti dell’Anm? «C’è un aspetto che tutti dimenticano o fanno finta: i togati al Csm sono esattamente il doppio dei laici. Se si mettono d’accordo fra loro noi laici possiamo fare molto poco».«I magistrati sono refrattari al cambiamento. Se qualcuno ha tempo da perdere per leggersi le chat di Luca Palamara scoprirà che gli accordi spartitori per gli incarichi li faceva con i colleghi, non con i laici. A pagare, però, è stato solo lui.
POLITICA GIUSTIZIA PROTESTA CSM SEPARAZIONE DELLE CARRIERE
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