I costi saranno esorbitanti, ma l’accordo potrebbe essere bloccato dai ricorsi giudiziari. Leggi
, previsti dal controverso accordo stretto da Roma con Tirana il 20 novembre 2023 e ratificato dal parlamento alla fine di febbraio. Da questo bando sono emersi i primi particolari sulle strutture e i loro costi. Il governo vorrebbe che i centri fossero operativi entro il 20 maggio 2024.
Si tratterà di due hotspot e un Centro di permanenza per il rimpatrio , e per la loro gestione sono previsti 34 milioni di euro all’anno, che copriranno soltanto i costi del vitto e dell’alloggio. Rimangono escluse altre spese come il trasporto delle persone, l’assistenza sanitaria, gli stipendi e le spese per il personale italiano delle strutture.
Gjadër è la seconda località coinvolta nell’accordo dove sorgeranno le altre due strutture: un centro destinato “all’accertamento dei presupposti per il riconoscimento della protezione internazionale” con un’accoglienza massima di 880 migranti: e un Centro di permanenza per il rimpatrio, un luogo cioè in cui saranno trasferite le persone a cui sarà negato l’asilo, in vista di un loro rimpatrio. Questo Cpr avrà una capienza di 144 persone.
Sono stati pubblicati, tra gli allegati del bando, anche i dettagli degli oggetti che saranno distribuiti alle persone nelle strutture. Verranno forniti pantaloni, una maglietta intima, una maglietta, un pigiama, tre slip e tre paia di calzini. È previsto un solo cambio tra l’estate e l’inverno.
Non potranno uscire dal centro, ma sarà consentito alle autorità italiane di controllare il centro e di fare delle ispezioni. Nei centri potranno accedere avvocati, rappresentanti di organizzazioni internazionali e dell’Unione europea per l’assistenza legale come previsto dalle leggi italiane ed europee. Secondo quanto previsto dall’accordo, finiranno in queste strutture le persone soccorse dalle navi italiane in acque internazionali: un massimo di 39mila persone all’anno.
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