Un memoir esilarante e coraggioso di Quentin Crisp, considerato dalla critica internazionale l'Oscar Wilde del Novecento. Scritto nel 1968, il libro racconta la vita di Crisp, dalle sue origini a Londra negli anni Venti fino alla sua affermazione come artista e scrittore. Un libro di aneddoti che rivela una vena umoristica fuori dal comune e uno stile sgargiante e impavido.
L’omosessualità era dipinta come un mostro ben più grande di quanto sospettato inizialmente, uno che non solo divorava tutti i ballerini di danza classica e qualche attore, ma che grattava con l’artiglio anche le porte di casa di presunti cittadini rispettabili. Ovunque si vociferava che gli effemminati avrebbero conquistato l’Inghilterra. Per dimostrare di avere preso il pronostico sul serio, la polizia iniziò a ripulire il West End.
Questo brano, tratto dal libro “Accento” di Quentin Crisp, è forse l’opera più rappresentativa di quello che è stato considerato dalla critica internazionale come l’Oscar Wilde del Novecento. Scritto nel 1968, si tratta di un memoir esilarante e coraggioso di una vita sempre fuori dal comune. Nato nel 1908 in una famiglia della classe media a Sutton, nel Surrey, con il nome di Denis Pratt, Quentin Crisp venne mandato in un collegio nel Derbyshire per poi trasferirsi a Londra negli anni Venti e lavorare come modello, grafico e prostituto. Ma il suo aspetto e i suoi modi erano così particolari che si ritagliò un posto unico nella società di allora. Questo percorso, dalla precoce presa di coscienza dell’autore alla sua resilienza nei confronti delle convenzioni e del perbenismo della sua epoca, è narrato in modo esilarante e brillante. Un libro di aneddoti, ilare e pirotecnico, nel quale le descrizioni di famigliari, amici e amanti rivelano una vena umoristica fuori dal comune che rendono inconfondibile lo stile dello sgargiante e impavido Quentin Crisp.
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