Sono durate quasi un mese le ricerche dell'F18 statunitense precipitato al largo delle coste italiane l'8 luglio scorso. La presenza di mezzi della Marina russa nell'area aveva fatto temere possibili attività di spionaggio sul mezzo disperso
impiegata per riparare condotte sottomarine e piattaforme petrolifere, è stato poi portato in una"vicina base militare" per poi essere inviato negli Stati Uniti, anche se non è chiaro quale possa essere la base dove si trova al momento l'F-18.
Per gli Usa si tratta della chiusura di un incidente che ha messo in allarme la Marina. Negli ultimi tempi, alcuni incidenti che hanno coinvolto la, sia per quanto riguarda le unità navali sia l'aviazione, hanno fatto porre l'accento su alcune lacune strutturali della Navy. Problemi che giungono in momento abbastanza delicato anche per quanto riguarda la sfida con la Russia e che ha coinvolto in particolare proprio il Mediterraneo.
Il vantaggio, in questo caso, poteva consistere nel ritrovamento di alcuni frammenti dell'aereo nelle acque del Mediterraneo, dove sono presenti anche unità sottomarina della Flotta russa. La questione fu posta anche per un altro incidente, precipitato al largo del Mediterraneo orientale a novembre. In quell'occasione parteciparono diverse unità Nato a causa della prossimità del luogo dell'incidente dal porto russo di Tartous, in Siria.