Il Governo italiano si prepara ad affrontare un intenso mese di riforme, con particolare attenzione alla riforma della giustizia e alla separazione delle carriere.
Per diverse ragioni, gennaio sarà il mese delle riforme. Non tanto per il premierato (che al momento resta ancora congelato, con l'impressione che la maggioranza voglia diluirne i tempi di approvazione), quanto per l'autonomia differenziata (il 20 gennaio la Corte costituzionale deciderà sull'ammissibilità del referendum abrogativo) e, soprattutto, per la riforma della giustizia.
Quest'ultima in particolare - con la separazione delle carriere - sembra infatti destinata a uno sprint che dovrebbe portare al via libera della Camera entro i primi di febbraio (l'8 gennaio l'aula di Montecitorio è chiamata a esprimersi sulle pregiudiziali delle opposizioni), con il Senato che dovrebbe completare la seconda lettura entro fine giugno. Trattandosi di una riforma costituzionale sono comunque necessarie quattro letture, ma arrivare fra sei mesi al giro di boa sarebbe un segnale politico importante. D'altra parte, la separazione delle carriere sembra davvero essere l'unica delle tre riforme promesse dalla maggioranza in campagna elettorale su cui convergono con convinzione tutti i parti della coalizione di governo. È una storica battaglia di Forza Italia, certo. Tanto che sabato 11 gennaio sarà al centro di un panel ad hoc nella due giorni Azzurri in vetta che il partito - saranno presenti tutti i big, a partire da Antonio Tajani - organizza a Roccaraso, nota località sciistica in provincia di L'Aquila. Ma sono mesi chela rilancia con forza, al punto che persino i parlamentari azzurri che si occupano del dossier riconoscono che è merito della premier se il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha deciso di accelerarne l'iter. E pure, all'indomani dell'assoluzione di Palermo nel processo Open arms, l'ha definita una «riforma urgente». Insomma, tutti d'accord
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