Pizarro: «Spalletti, ora hai uno come me. Luciano eccezionale, ma ogni tanto sbrocca...»
«Tornavo a Udine dal Cile, dove stavo in prestito, ed ero pure infortunato. Mi presento al campo e lui stava prendendo a capocciate un muro».«Si era fatto male Alberto, giocatore fondamentale per quella Udinese, che doveva salvarsi. Luciano era disperato».«Ho scoperto un uomo vero e un grande allenatore, che mi ha sempre voluto con sé. Anche in Russia.Con tutto l'affetto, in Russia no».
«Si fidava, mi chiedeva di saltare l'uomo nella zona centrale e io, da ex trequartista, ci riuscivo. La squadra girava intorno a me, ai miei cambi di gioco, verticalizzazioni etc».«Sì, finalmente l'ha trovato. Lobotka è l'uomo giusto, quello che mi somiglia di più».
«Ancora con questa storia? Io ho detto subito sì e non c'era nulla che potesse farmi cambiare idea. Quando Lucio in conferenza stampa disse che ci avevo ripensato, io ero in aeroporto, stavo venendo a Roma e già sapevo che sarei dovuto andare a Rieti, dove la squadra doveva giocare un'amichevole. Tra l'altro, mi ero promesso una anno prima, a San Siro, la sera del cucchiaio di Totti. L'ho incontrato e gli ho detto: ci vediamo l'anno prossimo».