Armen Sargsyan, accusato da Kiev di aver combattuto al fianco dell'esercito russo, è morto in un attentato a Mosca. L'esplosione è avvenuta davanti a un edificio residenziale di lusso e ha causato due vittime e quattro feriti.
Il 3 febbraio un separatista ucraino, Armen Sargsyan, accusato da Kiev di aver partecipato all'offensiva russa in Ucraina, è morto in un attentato a Mosca. Le autorità e i media russi hanno confermato l'evento. L'esplosione, avvenuta davanti a un edificio residenziale di lusso nella parte nordovest di Mosca, ha causato due vittime e quattro feriti, secondo il ministero dell'interno russo.
Sargsyan, leader di un gruppo criminale e fondatore del battaglione Arbat, impegnato al fianco dell'esercito russo, è rimasto ferito e si è deceduto in ospedale, come riportato dalle agenzie di stampa russe Ria Novosti e Tass, che citano fonti anonime. «L'attentato è stato pianificato con cura», ha dichiarato all'agenzia Tass una fonte delle forze di sicurezza russe. Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha affermato che «i servizi di sicurezza stanno facendo il loro lavoro». Sargsyan, 46 anni, era originario dell'Armenia ma si era trasferito da giovane nella regione di Donetsk, nell'est dell'Ucraina, secondo il giornale indipendente online Mediazona. A dicembre il servizio di sicurezza ucraino dell'Sbu aveva dichiarato che Sargsyan, attivo tra i separatisti filorussi della regione di Donetsk fin dal 2014, aveva reclutato dei detenuti per il battaglione Arbat. Secondo l'Sbu, il battaglione aveva combattuto nell'est dell'Ucraina prima di essere trasferito nella regione russa di Kursk, dove Kiev ha lanciato un'offensiva nell'agosto scorso. Dall'inizio della guerra in Ucraina, nel febbraio 2022, diversi russi e filorussi legati allo sforzo bellico russo sono stati assassinati in Russia e nei territori occupati ucraini. La maggior parte di questi attacchi, l'ultimo dei quali contro il generale Igor Kirillov a dicembre, sono stati attribuiti a Kiev o rivendicati dai servizi di sicurezza ucraini.
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