La ricerca del 2019 ha mappato 152 servizi di riduzione del danno in Italia, ma questi servizi affrontano la mancanza di sostegno istituzionale e una scarsa visibilità.
Ridurre i danni fisici e sociali associati al consumo di droghe o prevenire rischi potenziali, come sostanze pericolose o incidenti stradali: questo è l'obiettivo di 152 servizi in Italia , mappati da una ricerca realizzata nel 2019 dal Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza insieme al Coordinamento Italia no Case Alloggio Hiv/Aids e all’Arcigay.
Presenti in Italia fin dagli anni Novanta, gli interventi di riduzione del danno scontano ancora oggi la mancanza di sostegno istituzionale: nonostante un decreto del 2017 li abbia inseriti all’interno dei Livelli essenziali di assistenza , a oggi solo il Piemonte l’ha applicato a livello formale. A causa di questo motivo e di un approccio della politica che Lorenzo Camoletto, referente per i servizi e gli interventi di riduzione del danno di CNCA, ha definito “ideologico”, questo tipo di servizi coprono solo una quarto del territorio, nonostante abbiano un potenziale impatto sociosanitario notevole.\ La mancanza di chiare linee di indirizzo istituzionali ha conseguenze sulla qualità dei dati disponibili: per le stesse prestazioni si trovano definizioni diverse e talvolta arbitrarie e manca un sistema di monitoraggio regionale sui servizi attivi . “Il risultato di queste carenze di questa disattenzione al monitoraggio, è una povertà di dati che si traduce in una relativa invisibilità delle attività e delle prestazioni e soprattutto in una assai limitata possibilità di valutazione di processo e ancor più di esito”, scrive Antonella Camposeragno, autrice dello studio per CNCA, CICA e Arcigay, nella premessa. Nonostante questi limiti, la ricerca resta la panoramica più fedele della diffusione dei servizi di riduzione del danno in Italia. Come segnala infatti Camoletto, “i dati vengono raccolti, come per tutti gli altri servizi, e riproposti nella relazione annuale al parlamento dal Consiglio Nazionale delle Ricerche. Si tratta però di dati aggregati e che nell'ultimo anno scontano la scelta politica da parte di Alfredo Mantovano, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha imposto che non comparissero sotto quel termine”.\ Dei 152 servizi censiti, la maggior parte risulta attiva nelle regioni del Nord Italia : nessun servizio è stato rilevato in Valle D’Aosta, Molise, Basilicata, Sicilia e Sardegna. Spesso si tratta sia di servizi di riduzione del danno che di limitazione del rischio: tra i due infatti, esiste una differenza sottile e ampie aree di sovrapposizione. Come spiega Camoletto, tuttavia, “i primi sono quelli che operano in situazioni in cui sono già presenti danni sociali o di salute. Pensiamo al contesto del consumo problematico di eroina e crack in strada, dove, ad esempio, si distribuiscono materiali sterili per la prevenzione delle sieroconversioni. I secondi operano dove è più presente un rischio potenziale, ad esempio il mondo del divertimento giovanile dove counseling, spazi di decompressione come le chillout room e gli alcol test sono pensati per ridurre il rischio di incidenti stradali o di assunzione di sostanze o mix pericolosi e sconosciuti”. Tutti questi servizi sono gestiti in prevalenza da parte di organizzazioni del terzo settore e i restanti da enti pubblici, soprattutto aziende sanitarie locali. La maggior parte è attiva da almeno dieci anni ed è attiva in media 5 giorni a settimana per 4 ore di servizio. In totale, le persone entrate in contatto con le loro prestazioni sono 33.284 in circa 381.931 occasioni : la maggior parte sono uomini , italiani e minori di 25 anni . Servizi per chi consuma droghe e per i giovani\Tra i servizi più diffusi a livello nazionale troviamo le unità mobili nei luoghi di consumo e spaccio, seguiti dai drop in, ovvero strutture dove le persone possono ricevere materiale sterile, fare una doccia o dormire. In nove regioni sono anche presenti unità mobili nei luoghi del divertimento giovanile , mentre cinque prevedono interventi di prevenzione alle malattie sessualmente trasmissibili . Nello specifico, tra le prestazioni più offerte la ricerca segnala la distribuzione di siringhe, aghi e altro materiale per uso sostanze per via iniettiva, la distribuzione materiale informativo sulle sostanze, la distribuzione di profilattici e la raccolta di siringhe usate. Un rilievo significativo hanno anche le attività di counselling, l’invio ai servizi sociali e sanitari, le prestazioni mediche di vario genere, la distribuzione di naloxone e di kit per la riduzione dei rischi sanitari nell’assunzione di sostanze per via polmonare e la somministrazione di etilometri. Per quanto riguarda il target dei servizi, la maggior parte sono rivolti a persone che usano droghe, seguite da giovani, persone fragili e le persone con Hiv. L'attacco di Mantovano Ma i servizi di riduzione del danno nel nostro Paese sono spesso oggetto di discussion
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