Tanya, una lavoratrice precaria, è stata sfrattata dall'appartamento di via Lura a Rho (Milano) nonostante un reddito e una domanda per una casa popolare. La donna, con il figlio di 7 anni e la madre, si trova ora senza un tetto sulla testa.
Senza un tetto sulla testa. Nonostante una domanda per una casa popolare già presentata. Nonostante uno stipendio, seppur da lavoratrice precaria. È il triste destino di Tanya, la donna che lunedì è stata sfrattata dall'appartamento di via Lura, a Rho (Milano), in cui viveva insieme al figlio di 7 anni e alla mamma. Il contratto di locazione è scaduto lo scorso anno e dopo un primo tentativo di sgombero andato a vuoto a novembre, lunedì l'ufficiale giudiziario ha liberato l'abitazione.
'Tanya, insieme a sua madre e al figlio minorenne, è stata sfrattata. Dopo il presidio anti sfratto indetto dallo sportello sociale di Sos Fornace il 19 novembre scorso, che aveva fatto guadagnare tempo prezioso nella speranza di una soluzione, l'amministrazione comunale ha dimostrato ancora una volta la sua incapacità nell'affrontare l'emergenza abitativa', la denuncia del centro sociale Sos Fornace, che negli ultimi tempi è stato accanto alla donna.'Nonostante gli sforzi, Tanya non è riuscita a trovare un'abitazione alternativa. E in questa ricerca, ha dovuto pure affrontare discriminazioni inaccettabili, come il rifiuto di affittare a famiglie con bambini e pregiudizi legati al suo accento straniero. Inoltre, nonostante un reddito potenzialmente sufficiente, le richieste di garanzie, come buste paga a tempo indeterminato e full time, si sono rivelate un ostacolo insormontabile per una lavoratrice precaria', hanno proseguito dall'associazione, rimarcando come uno stipendio non sia abbastanza per prendere in affitto una casa.
SFRATTO CASALINGUE PRECARIA DISCRIMINAZIONI EMERGENZA ABITATIVA
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