Sarebbe stato pienamente in grado di intendere e volere Moussa Sangare quando un mese fa ha ucciso Sharon Verzeni. "Impregnato da valori di...
È stato convalidato il fermo e disposto il carcere per Moussa Sangare, l'uomo che ha confessato di aver ucciso Sharon Verzeni. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari di Bergamo, Raffaella Mascarino, che ha accolto la richiesta della Procura. Il giudice ha riconosciuto entrambe le aggravanti, quella della premeditazione e dei futili motivi, contestate dal pubblico ministero Emanuele Marchisio. Sangare è inoltre ritenuto capace di intendere e volere.
"Non l'ho buttato nel fiume perché volevo tenerlo per avere memoria di quello che avevo fatto, come un ricordo" ha detto oggi al gip di Bergamo. A differenza degli altri oggetti gettati assieme agli indumenti nell'Adda, Sangare aveva sotterrato il coltello nei pressi dell'argine. E quando il giudice gli ha chiesto se lo voleva tenere come un "souvenir" ha risposto: "sì".
Questo nonostante Moussa Sangare abbia ha ucciso Sharon Verzeni per quello che il giudice ritiene un capriccio, "nella più totale assenza di qualche comprensibile motivazione, in maniera del tutto casuale, assolutamente gratuita, per non dire addirittura capricciosa" scrive la gip del tribunale di Bergamo.
La giudice evidenzia poi "che l'omicidio sembra commesso da un soggetto che spesso in preda alla noia, non avendo stabile attività lavorativa, impregnato dai valori trasmessi" da un genere musicale ''che esalta la violenza, il sesso estremo, l'esigenza di prevalere attraverso la soggezione sugli altri'', un uomo che "aveva architettato come passatempo quello di lanciare coltelli a una rudimentale sagoma di cartone, con apposto alla cima un cuscino su...
Un pensiero, quello che "l'esistenza di una giovane donna sia stata stroncata per soddisfare motivazioni di questo genere" che "lascia francamente attoniti" come spiega la giudice.Intanto il personale del reparto investigazioni scientifiche dei Carabinieri hanno svolto un accurato sopralluogo in un’abitazione nel comune di Suisio dove dimorava il trentenne indagato per l’omicidio di Sharon Verzeni.
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