Un uomo, 56 anni, guardia giurata, ha sparato a un ladro durante una rapina in un condominio a Roma. Il colpo è risultato fatale per il giovane rapinatore. L'uomo è indagato per omicidio volontario.
Dieci colpi sparati, alcuni per aria, altri ad altezza uomo. Uno, ha colpito in testa uno dei componenti della banda che si era introdotta in un appartamento in via Cassia, a Roma, mentre la padrona di casa era presente, terrorizzata. A impugnare la pistola, Antonio Micarelli, 56 anni, guardia giurata che abita nello stesso palazzo dove era in corso la rapina. Stava tornando a casa e si è accorto che nell’appartamento al primo piano si erano introdotti dei ladri.
È successo due sere fa e adesso l’uomo è indagato per omicidio volontario: alcuni dei colpi sarebbero stati esplosi mentre i malviventi stavano fuggendo. Il suo intervento, infatti, ha fatto scappare i rapinatori: due sono fuggiti per le scale, uno era fuori a bordo dell’auto, altri due sono usciti dal balcone. Micarelli avrebbe sparato il primo colpo per aria, per avvertire i rapinatori. Poi ci sarebbe stata una colluttazione con i ladri, mentre il componente della banda che era al volante dell’auto avrebbe cercato di investirlo, stando al racconto della guardia giurata e di alcuni condomini. L’iscrizione sul registro degli indagati, però, è scattata perché, anche se per ricostruire la dinamica esatta sarà necessario eseguire una perizia balistica, Antonio Ciurciumel, 24 anni, di origini romene, sarebbe stato colpito mentre scappava. Da qui la contestazione di omicidio volontario: Micarelli potrebbe avere sparato quando non era più necessario difendersi. Fondamentale per capire la dinamica anche l’autopsia sul corpo della vittima, che sarà eseguita nei prossimi giorni e che servirà a stabilire i fori di ingresso e uscita del proiettile che gli è costato la vita. Sul caso indagano i carabinieri della Compagnia Trionfale, che ieri hanno inviato in procura, all’aggiunto Giuseppe Cascini, una prima informativa dopo avere raccolto testimonianze ed effettuato rilievi tecnici grazie alla sezione preposta del Nucleo investigativo di via In Selci. LA RICOSTRUZIONE Tutto è successo intorno alle 19 di giovedì. In un condominio di via Cassia 1004, all’altezza di Tomba di Nerone, nel quadrante nord della Capitale, quattro ladri, compreso Ciurciumel, sono riusciti a introdursi in un appartamento al primo piano passando dal balcone. Un quinto li aspetta fuori a bordo di una macchina: sta facendo il palo ed è pronto a fuggire non appena i suoi complici escono dal palazzo. La banda cerca soldi, gioielli, cose di valore. Trovano la cassaforte e iniziano a smurarla. I rumori insospettiscono gli altri condomini e attirano l’attenzione di Micarelli, che sta rientrando a casa e si trova nel cortile. Sente i rumori per le scale, alcune grida, resta in fondo alla rampa e si imbatte nei malviventi, perché alcuni nella fuga scelgono le scale. Da qui una breve colluttazione nel cortile antistante l’ingresso del palazzo poi le grida: «Fermatevi, fermatevi». Ma i ladri provano a guadagnarsi la fuga. Il vigilante spara per aria per spaventarli e ci riesce: la banda fugge, mentre quello in auto cerca di investirlo facendo retromarcia. La sua versione, fornita nelle fasi iniziali dei rilievi, sarà confermata da alcuni testimoni che hanno assistito alla scena e che sono scesi nel cortile. Micarelli continua a sparare, una decina di colpi. Scarica l’intero caricatore della Glock che ha in dotazione per il lavoro che svolge da anni. Uno colpisce Ciurciumel alla testa, mentre sta cercando di scavalcare un cancello. Il ventiquattrenne viene soccorso e portato all’ospedale San Filippo Neri, dove viene sottoposto a un delicatissimo intervento alla testa. Impossibile salvarlo: il giovane muore ieri nella tarda mattinata. Intanto Micarelli viene indagato: prima per tentato omicidio, poi, dopo il decesso, la contestazione diventa omicidio volontario. Gli inquirenti sequestrano la sua pistola e dispongono i primi accertamenti. I carabinieri, risalgono in breve all’identità della vittima grazie alle impronte digitali e al confronto di alcune foto segnaletiche che mostrano diversi tatuaggi. LE INDAGINI Il ragazzo ha un nome e un cognome e diversi precedenti alle spalle per reati analoghi. Perquisiscono la casa di Ciurciumel, in una località di periferia della Capitale, circoscrivono le sue conoscenze e stanno ora indagando per trovare gli altri componenti della banda. Stanno anche analizzando le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona: potrebbero aver ripreso la banda durante la fuga in auto, o all’arrivo nel condominio di via Cassia. Ci vorranno alcuni giorni così come per l’esito dell’autopsia e gli esami condotti sul cortile e nelle immediate vicinanze del portone e che serviranno a capire, confutare o smentire anche, l’aggressione tentata dalla chi era alla guida dell’auto e che è stata raccontata dal vigilante e da altri testimoni
ROMACRONACA RAPINA SPARRATURA OMICIDIO GUARDIA GIURATA
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