Dopo uno scontro aperto, Stellantis e l'Italia sembrano intraprendere un nuovo percorso. Il confronto ha cambiato registro, aprendo la strada a un rapporto più costruttivo. La piattaforma Small per Pomigliano, l'ibridazione di modelli a Melfi e Cassino, e l'arrivo di un nuovo modello top di gamma a Cassino sono tra le novità annunciate. Resta ancora da definire il futuro della gigafactory di Termoli e i piani di sviluppo per Maserati.
La giornata di ieri ha segnato un cambiamento di fase: lo scontro aperto tra Stellantis e l’ Italia — governo, opposizioni, sindacati — pare quantomeno sospeso. Presto per dire se del tutto archiviato: la certezza si avrà nei prossimi mesi. Di certo il confronto ha cambiato registro. Si tratta di una buona notizia: la contrapposizione in un momento così critico per il settore non avrebbe portato da nessuna parte. Di certo non a un aumento della produzione in Italia .
Ma ora, perché il cambio di passo sia strutturale e si traduca in veicoli e posti di lavoro, sarà necessario ricostruire giorno per giorno una nuova relazione tra il Paese e la sua Fabbrica. La principale novità portata ieri dal responsabile Europa di Stellantis, Jean Philippe Imparato, riguarda la piattaforma Small per Pomigliano. Ottima notizia anche l’ibridazione di gran parte dei modelli prodotti a Melfi e Cassino: significa avere la possibilità di aumentare i volumi. Bene l’arrivo di un nuovo modello top di gamma su piattaforma large a Cassino. Resta un’incognita sulla gigafactory che dovrebbe svilupparsi nello stabilimento di Termoli. Il punto è che Acc, la joint venture di cui Stellantis fa parte con Mercedes Benz e TotalEnergies, deve capire quali batterie è sensato produrre in quel sito. A Termoli lavorano 2.000 persone. Da capire anche i piani di sviluppo per Maserati. Al tavolo l’assessore emiliano allo Sviluppo economico Vincenzo Colla è andato per le spicce: «Aspettiamo Stellantis a Modena per la presentazione di un piano industriale». Detto questo, nell’immediato gli stabilimenti italiani si preparano a una sorta di traversata del deserto. Il 2025 sarà difficile, lo stesso Imparato non lo ha nascosto. I volumi resteranno quelli attuali: sotto i 500 mila veicoli. Solo nel 2026 si potrebbe tornare a quota 750 mila, livello ancora insufficiente per la filiera.Il sindacato ha accolto positivamente le novità annunciate da Stellantis ma resta guarding
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