Alla Mostra del Cinema di Venezia verrà presentato un film sulla sua vita: storia di un artista che è la memoria di un’epoca, di più generazioni, forse dell’italianità stessa. E che, a 83 anni, dice: «Prima di andare in scena si patisce sempre un po’»
Intervista al cantautore di Asti, classe 1937, alla vigilia della presentazione, durante il Festival del Cinema di Venezia, di «Paolo Conte, Via con me», il film sulla sua vita diretto da Giorgio VerdelliSe al Festival del cinema di Venezia volessero quest’anno fare un colpo di vita, dovrebbero dare il Leone d’oro alla carriera a Paolo Conte. Le sue canzoni sono alcuni dei più bei film della nostra vita. Pensate a, che è l’altra faccia deldi Dino Risi.
Un ultimo suggerimento agli organizzatori del Festival, prima di passare all’intervista a Conte. La sera in cui gli consegnerete il Leone, proiettate la scena del film di Verdelli in cui Giovanni Veronesi racconta che una delle canzoni preferite da un grande del cinema come Robert De Niro è. Bob la canticchia spesso con viso sognante: «Son caduto dalla nave, son caduto / mentre a bordo c’era il ballo... Tu stai danzando insieme a lui / con gli occhi chiusi ti stringi a lui».
«La risposta è esatta, ma non esattissima. Il contenuto è in dialetto astigiano , ma la grafia è di tipo azteco». «Sempre nel senso che dicevo prima, sceglierei Caterina Caselli, per la quale mi ricordo di aver scelto in passato la definizione “canta come le lavandaie”».E dice: «Se fosse stato un quadro in un museo, sarei stata colpita dalla sindrome di Stendhal». È il primo caso di sindrome di Stendhal provocata da una canzone.
Paolo Conte nel suo studio in una scena del film di Giorgio Verdelli, prodotto da Sudovest Produzioni, Indigo Film in collaborazione con Rai Cinerma, in anteprima alla Mostra del cinema di Venezia, poi nelle sale il 28, 29 e 30 settembre Il film di Verdelli comincia con lei che fuma l’ultima sigaretta prima di un concerto. Salire sul palco ha qualcosa del salire sul patibolo?Benigni, che parla ormai come Dante, dice che per chi ascolta un suo concerto «tutto si slarga e si infinita». E, modestamente, lo confermo anche io.Paolo Conte con la moglie Egle in una foto del 1995. Si sono conosciuti nel 1975è dedicata a sua moglie. È una dichiarazione d’amore a Egle.
Ethnos puro. E quindi domanda in omaggio alle sue radici e al suo illustre concittadino Vittorio Alfieri. Qual è la sua canzone più tragica?
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