Dopo Amici e un periodo di pausa durante il quale ha riscoperto sé stesso, Tancredi pubblica Golden Hour, l'album che lo ha permesso di accettare le sue paranoie. Ecco cosa ci ha raccontato
con la speranza di ripartire da zero. Siamo abituati a pensare che il dolore sia un macigno dal quale liberarsi eppure, come spiega Tancredi,. Bene, quindi, non sfuggire dalle cadute e, soprattutto, continuare ad assaporare la felicità anche se dura un attimo, succhiandola fino al midollo, come avrebbe detto il professor Keating dell'«Una leggera ansia c'è.
Quando scrive una canzone, si fa guidare dalle emozioni che prova in quel momento o dall'impegno di una routine? «Non mi sono mai imposto di scrivere: ci ho provato, e non sono arrivato a nessun risultato. Scrivere per me nasce sempre da un bisogno: a 15 anni non avevo niente da dire, mi divertiva solo fare le rime. Dopo un paio di mesi ho scritto, però,. Avevo balzato scuola, diluviava, e ho sognato di stare davanti a un tramonto: da lì ho fatto cose più pensate».«Pensavo di essere fortissimo, volevo far sentire a tutti quello che facevo.