Tra le campagne romane e del frusinate, la polizia ha scoperto un'organizzazione internazionale che truffava società francesi e spagnole per poi riciclare i soldi in Italia.
Una truffa ben organizzata ha fruttato due milioni di euro agli autori del raggiro. Diversi nuclei di polizia, tra cui la Polaria di Fiumicino, hanno scoperto diverse irregolarità di un gruppo di individui che rubavano macchinari per movimento terra: grandi escavatori del valore di 300.000 euro ciascuno. Locali, centri estetici e auto: così la mafia a Roma ricicla i soldi. Dietro questo business si celano famiglie calabresi e campane.
L'organizzazione, battezzata 'La banda delle ruspe', ha iniziato operando con ditte francesi e spagnole. Le ditte venivano contattate da una società italiana di comodo che si impegnava all'affitto di escavatori. Una volta che i macchinari venivano consegnati in Italia, i truffatori interrompevano i pagamenti. Ritoccando le targhe e creando nuovi documenti, venivano poi vendute in Italia e in Sudamerica come se fossero nuove. Un affare milionario che, secondo gli inquirenti, ha come sfondo la criminalità organizzata. L'indagine è stata avviata dagli agenti della Polaria di Fiumicino, che hanno allertato gli uomini della squadra mobile di Frosinone e la polizia stradale. Gli investigatori, inizialmente, hanno trovato pochissimi indizi da seguire. Le società dei truffatori erano solo sulla carta. Non c'era un elemento concreto da seguire. Hanno studiato le carte di altre truffe simili, analizzando i nomi presenti. E' in questo modo che è scattato il monitoraggio dei loro cellulari. Per molti la cosa si è rivelata inutile: le utenze non esistevano più. Invece, ad un personaggio, era ancora legato il suo cellulare. I poliziotti hanno cercato di localizzare l'utenza e si sono accorti che era nelle campagne romane e del frusinate. Sono scattati gli accertamenti che hanno portato al ritrovamento di nove mezzi pesanti, per due milioni di euro, oggetto della truffa. È stato trovato un garage dove erano stati nascosti alcuni escavatori. Gli inquirenti hanno verificato che i mezzi dovevano ancora essere registrati. Un elemento importante: provenivano da società spagnole e francesi vittime della truffa. I veicoli sono stati posti sotto sequestro a disposizione della magistratura. Ma gli agenti hanno trovato anche macchinari 'ribattuti', pronti per essere venduti come nuovi. La banda ritocca e cambia i numeri sul telaio e poi crea un falso libretto di proprietà. Gli investigatori hanno trovato un'escavatrice già trattata per essere venduta. Il nuovo proprietario è rimasto di sasso quando i poliziotti gli hanno detto che avrebbero dovuto sequestrare il mezzo perché frutto di un raggiro. Lui potrà valere nei confronti dei truffatori ma non sarà una cosa semplice. Le persone denunciate devono rispondere del reato di riciclaggio. Si dovrebbe trattare di prestanomi. L'inchiesta va avanti perché gli inquirenti sospettano che dietro ad una truffa così ben architettata si possano nascondere personaggi del crimine organizzato. Gli agenti hanno accertato che i truffatori contattavano le società francesi o spagnole ed acquistavano anche un escavatore proprio per guadagnarsi la loro fiducia. Poi ne prendevano tanti altri al noleggio. I mezzi sparivano senza che fosse pagata neanche la prima rata. Ora gli inquirenti sono convinti di trovare anche in altre parti del paese escavatori riciclati ed il valore dei milioni è destinato a salire
TRUFFA ESCAVATORI CRIMINALITÀ Riciclaggio INTERNAZIONALE
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