Il tycoon americano propone di sfollare Gaza, trasferendo gli abitanti in altri Paesi. La proposta ha suscitato reazioni contrastanti, con l'Egitto che si oppone fermamente e la Farnesina che definisce il piano 'inaccettabile'.
Trump ha corretto il tiro, dichiarando che «nessun soldato americano è in Gaza ». Nel suo messaggio su Truth Social, il tycoon ha risposto alle critiche interne al partito e all'elettorato repubblicano sull'opportunità di inviare truppe nella Striscia. Trump ha suggerito che gli Stati Uniti, lavorando con grandi team di sviluppo provenienti da tutto il mondo, inizierebbero lentamente e con attenzione la costruzione di uno dei più grandi e spettacolari sviluppi del genere sulla Terra.
Avrebbero davvero la possibilità di essere felici, sicuri e liberi». Inoltre, ha rivolto un attacco al leader della minoranza democratica, Chuck Schumer, definendolo «palestinese» e suggerendo che «lo reinsedierei» in una comunità «molto più sicura e bella, con case nuove e moderne». Schumer, primo leader della maggioranza ebraica al Senato e più alto di sempre negli Stati Uniti, guida oggi la minoranza democratica e martedì aveva esortato i senatori dem a unirsi a lui in segno di protesta contro le mosse unilaterali del tycoon volte a smantellare e delegittimare l'accordo di pace con l'Iran. Trump ha annunciato la sua proposta di trasferimento durante una conferenza stampa con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. La notizia ha sorpreso favorevolmente Tel Aviv, con il ministro della Difesa, Yoav Gallant, che ha reso noto di aver ordinato alle forze israeliane di mettere a punto un piano per far uscire gli abitanti della Striscia di Gaza dall'enclave palestinese. «Ho dato istruzioni affinché venga preparato un piano che consenta a ogni abitante di Gaza che lo desidera di farlo per andare in qualsiasi Paese sia disposto all’accoglienza – ha detto Gallant – Il piano prevederà opzioni per l’uscita tramite i valichi e anche disposizioni speciali per le partenze via mare e in aereo». Gallant ha anche dichiarato che paesi come Irlanda, Norvegia, Spagna e Canada avrebbero «a consentire l’ingresso degli abitanti di Gaza nel loro territorio». «Se si rifiuteranno di accettare i palestinesi, verrà smascherata la loro ipocrisia», ha aggiunto in una dichiarazione diffusa dal suo ufficio. Irlanda, Norvegia e Spagna hanno formalizzato lo scorso anno il riconoscimento dello Stato di Palestina. Sul Canada, Gallant ha affermato che in passato ha espresso «il desiderio di assorbire gli abitanti di Gaza» e che nessuno dovrebbe entrare nel dibattito su dove dovrebbero andare i palestinesi e in particolare i gazawi, perché il dibattito è stato chiuso da loro stessi. «La terra dei palestinesi gazawi è Gaza, che deve essere parte del futuro Stato palestinese, come chiede la Spagna e la maggior parte dei Paesi del mondo, i circa 150 che hanno riconosciuto la Palestina», ha aggiunto. Le posizioni dell'Egitto, invece, si sono dimostrate contrarie. Funzionari egiziani, che hanno parlato a condizione di anonimato, hanno detto che il Cairo ha chiarito all’amministrazione Trump e a Israele che si opporrà a qualsiasi proposta di sfollamento della popolazione palestinese da Gaza e che l’accordo di pace con Israele, in vigore da quasi mezzo secolo, è un elemento fondamentale di sicurezza regionale. Un diplomatico occidentale che vive nella capitale egiziana, anch’egli parlando in forma anonima, ha confermato di aver ricevuto il messaggio dall’Egitto attraverso diversi canali. Il diplomatico ha detto che l’Egitto era molto serio e considerava il piano come una minaccia alla sua stabilità. La Farnesina ha espresso la propria posizione in merito al piano di Trump, definendolo «inaccettabile» e chiedendo che l'ordine internazionale venga rispettato. La proposta di Trump ha suscitato numerose critiche da parte della comunità internazionale, con diversi paesi che hanno espresso preoccupazione per le possibili conseguenze per la popolazione palestinese
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