Nato nella Striscia, El Kafarna lavora in Donbass con Medici senza Frontiere. E qui si è fatto raggiungere dalla sua famiglia sfollata dopo i raid
DALLA NOSTRA INVIATA TEL AVIV - Khassan El-Kafarna è giovane, ma da chirurgo d’urgenza ha già assistito a più traumi di quanti la maggior parte delle persone veda in una vita. Madre ucraina e padre palestinese, all'età di 2 anni, si trasferisce con la famiglia dall'Ucraina, dove i suoi genitori si sono conosciuti, a Beit Hanoun, a Gaza . Ed è nella Striscia che la violenza cui assiste lo convince della necessità di fare il medico.
«Non potevamo usare l'ascensore: abbiamo dovuto trasportare i pazienti dal primo piano al secondo e al terzo piano su barelle», ha raccontato a Forbes. Altro problema sono stati gli sfollamenti di massa. Una conseguenza comune, sottolinea El-Kafarna, è che «dopo essere stati curati spesso i pazienti non sanno dove andare e in alcuni casi vengono separati dai loro caregiver, così tendono a rimanere in ospedale troppo a lungo».
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