Edoardo Rivola, ex direttore di banca, ha fondato un ipermercato solidale a Mestre che aiuta migliaia di persone ogni giorno.
A Mestre, dietro le porte del Centro di solidarietà cristiana Papa Francesco, ogni giorno accadono storie che sembrano uscire da un romanzo. Tra queste, Edoardo Rivola ne ricorda una in particolare: «Una ragazza è tornata per raccontarmi che il cappotto preso qui aveva commosso sua madre: era quello del nonno, riconosciuto dall’etichetta».
Edoardo, ex direttore di banca, tre anni fa ha lasciato la carriera per dedicarsi anima e corpo a chi è in difficoltà, fondando un vero e proprio ipermercato solidale. Con oltre 3.000 metri quadri di esposizione e 600 di magazzino, il centro è diventato un punto di riferimento unico in Italia. «Ogni giorno mille persone vengono a prendere qualcosa», racconta al Corriere della Sera, mentre racconta le sue giornate interminabili, che iniziano alle 8 del mattino e finiscono solo la sera. Un segno del destino Il lavoro, dice, è stancante ma lo riempie di soddisfazione: «Vengo da una famiglia povera, ma unita. Ho imparato che con impegno e determinazione puoi raggiungere qualsiasi obiettivo». Non è solo la mole di lavoro che impressiona, ma il metodo: il centro funziona come un’azienda, ma ogni euro guadagnato viene reinvestito per aiutare i bisognosi. Il progetto è nato grazie alla sua intuizione e a un segno del destino. «Tre anni fa mi sono rotto la tibia saltando un ostacolo. Era un segno dall’alto. Durante quei mesi, con le stampelle, passavo le giornate al centro, capendo cosa serviva per farlo crescere». Oggi il centro coinvolge 150 volontari: persone fragili, madri single, ex detenuti e ragazzi con disabilità che trovano qui una seconda opportunità. Le loro storie sono spesso toccanti, come quella di un giovane coinvolto in un programma di reintegrazione che ora è candidato per un’assunzione. Edoardo, che si definisce un uomo semplice, non nasconde il cambiamento che questo lavoro ha portato nella sua vita: «Quando uno dei ragazzi con sindrome di down mi abbraccia, mi trasmette una forza pazzesca. Sì, sono cambiato anche io»
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