Ispezioni dei Nas rivelano che un quarto degli ospedali italiani non rispetta le norme per ridurre le liste d'attesa. Il ministro della Salute Schillaci ha evidenziato le criticità individuate, ma anche i miglioramenti ottenuti grazie al decreto legge 73 del 2024.
Durante tre mesi, i Nas hanno condotto ispezioni negli ospedali su mandato del ministro della Salute, Orazio Schillaci. Le ispezioni, la seconda campagna dopo quella della primavera del 2023, hanno riguardato circa 3mila strutture sanitarie. Dall'esito delle ispezioni è emerso che un'azienda sanitaria su quattro non rispetta le norme per la riduzione delle liste d'attesa .
Tra le irregolarità riscontrate, la gestione delle agende di prenotazione, gli accessi alle agende di personale non autorizzato, la chiusura delle agende, l'utilizzo delle classi di priorità e autorizzazioni all'intramoenia. Le nuove norme in vigore dal agosto 2024, contenute nel decreto legge 73, mirano a ridurre le liste d'attesa garantendo ai cittadini in coda la possibilità di essere trasferiti gratuitamente, o dietro il pagamento del ticket, nel privato o in intramoenia. Tuttavia, le ispezioni hanno evidenziato che questi percorsi di garanzia non sono stati attivati in molti casi, quando le liste sono lunghe, e che le agende di prenotazione vengono spesso chiuse, respingendo le richieste dei pazienti che contattano il Cup. Nel corso della riunione del tavolo istituito al ministero della Salute per accompagnare le Regioni nell'attuazione del decreto legge, è stato fatto il punto anche sullo stato dell'arte della nuova piattaforma di monitoraggio e sui percorsi di tutela, come la visita in intramoenia o presso il privato accreditato. Il ministro Schillaci ha dichiarato che, nonostante rimangano delle criticità, dal confronto tra le due campagne di ispezioni si sono riscontrati alcuni miglioramenti grazie agli strumenti legislativi messi in campo. E' stato rilevato un maggiore impegno nella pulizia delle liste d'attesa così come nei sistemi di recall e disdetta. Ma, ha concluso Schillaci, ci sono ancora fenomeni che non garantiscono ai cittadini il diritto alle visite nei tempi previsti. Su questo dobbiamo continuare a lavorare con le Regioni guardando agli esempi di buone pratiche che dimostrano come attivando le misure previste nella legge si possono abbattere i tempi di attesa ed erogare ai cittadini servizi efficienti.
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