Un racconto personale sulla fascinazione per i tarocchi, dalle origini infantili all'ossessione adolescenziale, fino al rapporto complesso e rinnovato con le carte.
Non un semplice interesse per i tarocchi, ma un’ossessione. Un’attrazione che arriva da lontano e s’annida tra i primi ricordi d’infanzia. Affiora dai racconti origliati in famiglia, da nonne e zie che si riferivano sottovoce a letture fattesi fare di nascosto dai mariti, quel responso dato dalla “signora che legge le carte”. Cercavo senza successo di carpire qualcosa di quei resoconti bisbigliati, di quelle frequentazioni misteriose e impronunciabili, cose non adatte ai bambini.
Durante l’adolescenza, poi, il salto: ho iniziato a comprare i primi mazzi di tarocchi su internet. Troppi, spesso troppo costosi. Rubando i soldi dalla borsa di mia madre o indebitandomi. Una notte finii al pronto soccorso, preda di quello che oggi chiameremmo attacco di panico: l’indomani sarebbe arrivato il corriere coi nuovi mazzi, da saldare in contrassegno, e io non avevo una lira. Mi sdraiai sul letto dei miei, ricordo il corpo che prese a tremare. Tra i quattordici e i sedici anni ho interrotto la scuola, per la vergogna della balbuzie, e gran parte del mio tempo lo passavo in casa, familiarizzando coi significati degli arcani dall’esercito arruffato delle cartomanti televisive. Ho una passione fisica, epidermica, per le carte: oggi come allora amo guardarle, tenerle in mano, mischiarle. Sono un oggetto per me irresistibile, che non finisce mai di incuriosirmi. Negli anni dell’isolamento sociale e dell’interruzione degli studi – ripresi poi grazie a uno psicoterapeuta gentile, dagli occhi cerulei – le carte m’hanno fatto compagnia, sono state un modo per scaldare un cuore confuso e impaurito, una strategia spontanea di rivitalizzazione. Una volta tornato in carreggiata, però, ho buttato tutti i mazzi: non era un amore che pensavo di poter conciliare con altro. In famiglia mi avevano tramesso l’idea che si trattasse di una fissazione inutile e fuori luogo, una presenza pericolosa. Da alcuni anni però il mio rapporto coi tarocchi è ripreso, ed è un rapporto nuov
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