Valentina Potrillo, 45 anni, il prossimo fine settimana sarà a Jesolo, campionati di atletica: sarà la prima atleta transessuale a gareggiare in una competizione ufficiale: «La mia forza è la famiglia che mi sostiene».
Il sogno di Valentina parte da Mosca per arrivare a Tokyo. In mezzo ci sono cambiamenti e incontri di un bimbo che nella Napoli fine anni 70 non sente più suoi i vestiti che usa: «Ricordo il giorno della prima Comunione. Guardavo con invidia le mie compagne con il vestito bianco». Valentina che una volta si chiamava Fabrizio è una sprinter paralimpica, ipovedente, ed è fra quelle che riscrivono la storia.
Con loro c’è anche Caterina, 17 anni, figlia di una precedente unione di Elena. Ma ancora, sempre, combatteva con se stesso. Di nascosto, si vestiva da donna: «Mettevo lo smalto alle unghie con la scusa che suonavo la chitarra. Mi depilavo, dicendo che serviva per lo sport. Insomma, usavo espedienti». Non ha mai abbandonato la corsa, con ottimi risultati: fra gli ipovedenti, ha vinto 11 titoli nazionali fra 100, 200 e 400 metri. Sempre fra gli uomini.
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