Vittorio Podestà, il campione paralimpico che avviò Zanardi allo sport in carrozzella: «Non riesco a disperarmi, mi aspetto una sua telefonata».
«Se non lo conoscessi così bene, sarebbe il mio idolo». Ecco Alex Zanardi secondo Vittorio Podestà, il campione paralimpico che ha condotto l’asso dei motori a braccetto nella nuova avventura paralimpica, quella dell’handbike, dopo che l’incidente del 15 settembre 2001 ha portato via le gambe ad Alex durante un gran premio di Formula Cart sul circuito del Lausitzring.
«Durante il lockdown gli ho confidato: “Sandro, senza obiettivi faccio molta fatica ad allenarmi”. Lui mi ha risposto: “Io mi preparo come se i Mondiali fossero a giugno”. Anche stavolta gli ho dato del matto, ma ancora una volta mi ha stupito: non a caso e nonostante non sia più un giovanotto, ha fatto i suoi record di watt espressi sul ciclosimulatore.
Italia Ultime Notizie, Italia Notizie
Similar News:Puoi anche leggere notizie simili a questa che abbiamo raccolto da altre fonti di notizie.
“Vide la mia handbike e disse: ‘Voglio fare la maratona di New York’”«Se non lo conoscessi così bene, sarebbe il mio idolo». Ecco Alex Zanardi secondo Vittorio Podestà, il campione paralimpico che ha condotto l’asso dei motori a braccetto nella nuova avventura paralimpica, quella dell’handbike, dopo che l’incidente del 15 settembre 2001 ha portato via le gambe ad Alex durante un gran premio di Formula Cart sul circuito del Lausitzring. Quando viene raggiunto al telefono, un uragano di emozioni frulla nella testa di Vittorio, preoccupato per le condizioni dell’amico fraterno oltre che compagno di trionfi con la maglia azzurra. Qual è il segreto di Alex? «Ne ho conosciuti tanti di fenomeni, ma di fuoriclasse c’è solo lui, in tutto quello che fa. Ha avuto quest’incidente mentre stava partecipando a un’iniziativa benefica, Obiettivo Tricolore, perché proprio non ce la fa a starsene a casa con le mani in mano. Lui è uno che ne pensa 100 e ne fa 99: riesce a stupirmi sempre, ogni giorno che passa». Ci racconta il vostro primo incontro? «Era il 2005 e ci siamo incrociati per caso in autogrill. Ha visto la mia handbike sul tettuccio della macchina e ha voluto saperne di più. Poi ricordo la sua chiamata al telefono nell’autunno del 2007 per parlarmi del suo progetto di fare la maratona di New York. Io gli ho dato subito corda e gli ho detto che l’avrei aiutato a preparare quella dell’anno seguente e lui: “Ma no, io voglio farla il mese prossimo”. Io ho subito pensato: “Ma questo qua è matto!”. Invece, si è messo sotto, con tutta la sua testardaggine, e l’ha fatta. Mi sbagliavo, non è matto, il suo è coraggio razionale: vede i limiti e li sposta». Ma è vero che in allenamento va più forte che in gara? «Durante il lockdown gli ho confidato: “Sandro, senza obiettivi faccio molta fatica ad allenarmi”. Lui mi ha risposto: “Io mi preparo come se i Mondiali fossero a giugno”. Anche stavolta gli ho dato del matto, ma ancora una volta mi ha stupito: non a caso e nonostante non sia più un giovanotto, ha fatto i suoi record di watt espressi sul ciclosim
Leggi di più »
Da New York a Shanghai in 39 minuti: SpaceX vuole creare spazioporti per collegare le cittàL’azienda - fondata da Elon Musk - è alla ricerca di due ingegneri che aiuteranno a progettare e costruire le strutture galleggianti sul mare
Leggi di più »
Nba, Becky Hammon ai New York Knicks? L’assistente di Popovich candidata a diventare la prima donna head coach nella LegaL’assistent coach dei San antonio Spurs è stata messa dai dirigenti dei Knicks nella lista degli allenatori che verranno intervistati per rilevare una delle panchine più bollenti d’America
Leggi di più »
Dopo tanti ricicli, il vestito nuovo di Kate è la new entry (abbordabile) di cui innamorarsi subitoFinalmente una novità!
Leggi di più »
“Vide la mia handbike e disse: ‘Voglio fare la maratona di New York’”«Se non lo conoscessi così bene, sarebbe il mio idolo». Ecco Alex Zanardi secondo Vittorio Podestà, il campione paralimpico che ha condotto l’asso dei motori a braccetto nella nuova avventura paralimpica, quella dell’handbike, dopo che l’incidente del 15 settembre 2001 ha portato via le gambe ad Alex durante un gran premio di Formula Cart sul circuito del Lausitzring. Quando viene raggiunto al telefono, un uragano di emozioni frulla nella testa di Vittorio, preoccupato per le condizioni dell’amico fraterno oltre che compagno di trionfi con la maglia azzurra. Qual è il segreto di Alex? «Ne ho conosciuti tanti di fenomeni, ma di fuoriclasse c’è solo lui, in tutto quello che fa. Ha avuto quest’incidente mentre stava partecipando a un’iniziativa benefica, Obiettivo Tricolore, perché proprio non ce la fa a starsene a casa con le mani in mano. Lui è uno che ne pensa 100 e ne fa 99: riesce a stupirmi sempre, ogni giorno che passa». Ci racconta il vostro primo incontro? «Era il 2005 e ci siamo incrociati per caso in autogrill. Ha visto la mia handbike sul tettuccio della macchina e ha voluto saperne di più. Poi ricordo la sua chiamata al telefono nell’autunno del 2007 per parlarmi del suo progetto di fare la maratona di New York. Io gli ho dato subito corda e gli ho detto che l’avrei aiutato a preparare quella dell’anno seguente e lui: “Ma no, io voglio farla il mese prossimo”. Io ho subito pensato: “Ma questo qua è matto!”. Invece, si è messo sotto, con tutta la sua testardaggine, e l’ha fatta. Mi sbagliavo, non è matto, il suo è coraggio razionale: vede i limiti e li sposta». Ma è vero che in allenamento va più forte che in gara? «Durante il lockdown gli ho confidato: “Sandro, senza obiettivi faccio molta fatica ad allenarmi”. Lui mi ha risposto: “Io mi preparo come se i Mondiali fossero a giugno”. Anche stavolta gli ho dato del matto, ma ancora una volta mi ha stupito: non a caso e nonostante non sia più un giovanotto, ha fatto i suoi record di watt espressi sul ciclosim
Leggi di più »
Blog | Noi dopo il covid: che cosa fare per non 'tornare indietro' - Alley OopEvitare che il mondo dopo la pandemia sia una brutta copia di quello di prima è possibile, e dipende da scelte che ognuno di noi può fare.
Leggi di più »