Un nuovo studio rivela che il virus aviario è stato rilevato anche in bovini in Nevada, sollevando preoccupazioni riguardo alla sua diffusione. La scoperta sfida le ipotesi iniziali e suggerisce che il virus si stia diffondendo in modo più ampio e insidioso rispetto a quanto si pensava.
Un recente ritrovamento ha sollevato nuove preoccupazioni riguardo all'epidemia di virus aviario che sta colpendo sia gli uccelli che i bovini in Nord America . Il Dipartimento dell'Agricoltura statunitense ha rivelato che il virus è stato rilevato in un numero crescente di bovini, con circa settanta casi umani confermati, principalmente tra i lavoratori del settore agricolo.
La scoperta sfida le ipotesi iniziali dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) secondo cui l'epidemia si era originata dal passaggio del virus dagli uccelli alle mucche nella zona del Texas Panhandle lo scorso anno. Ora, le nuove informazioni suggeriscono che i bovini potrebbero essere infettati da un tempo maggiore rispetto a quanto si pensava precedentemente e che gli esperti non comprendono ancora completamente il modo in cui il virus si diffonde tra loro. Questo, a sua volta, aumenta il rischio di gravi malattie per i lavoratori agricoli che sono esposti ad animali infetti.Un fattore preoccupante è la scoperta di una variante del virus che si è diffusa negli uccelli selvatici e in altri mammiferi prima di raggiungere il pollame. Questa variante è stata identificata in due casi gravi di infezione umana in Nord America. Un caso è quello di una 15enne canadese che è stata ricoverata in condizioni critiche per settimane a causa di insufficienza respiratoria, polmonite, danni ai reni e un basso livello di cellule del sangue. I test effettuati hanno rivelato che la forma di virus che ha colpito la ragazza appartiene alla variante D1.1, la stessa che si è diffusa tra gli uccelli e che ha causato altri casi umani in Canada. L'analisi filogenetica condotta dai ricercatori canadesi ha mostrato che il campione del virus prelevato dalla ragazza era strettamente correlato a quello trovato in due oche morte nella Fraser Valley della Columbia Britannica all'inizio di ottobre. Questa scoperta suggerisce che esista una fonte intermedia, come un altro tipo di uccello selvatico o un animale, che sta trasmettendo il virus a entrambi gli animali domestici e umani. La scoperta di questa variante del virus in bovini e la sua diffusione tra gli esseri umani sollevano preoccupazioni e richiedono ulteriori indagini per comprendere meglio la dinamica di trasmissione e per sviluppare strategie efficaci per contenere la diffusione dell'epidemia.
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