Sono passati cinque anni. E solo ora sembra che a Bruxelles sia tornata d’attualità l’indagine sul prestito ponte concesso nel 2017 dal governo di Paolo Gentiloni all’Alitalia
Non da ultimo proprio il prestito ponte varato nell’ aprile del 2017 dal governo di Paolo Gentiloni che disse di no alla nazionalizzazione aprendo la strada alla cessione. La decisione venne presa dopo che i lavoratori si eranotra azienda e sindacati che preludeva a una ricapitalizzazione della ex compagnia di bandiera, in attesa di un intervento del governo prima delle elezioni politiche del 2018.
Così l’allora ministro dello sviluppo economico,oggi candidato sindaco al Campidoglio, chiese all’Unione europea il via libera per un prestito ponte da 300-400 milioni per garantire altri sei mesi di vita alla società in attesa di un compratore. All’epoca non furono poche le critiche che il governo si attirò in quanto il prestito in questione aveva la caratteristica di essererestituzionel’allungamentoRiccardo Gallo, una manovra che sarebbe costata cara alle tasche degli italiani .
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