Il rinvio della nuova regolamentazione Basilea 3 negli Usa e nel Regno Unito crea un divario competitivo con l'Unione Europea. Mentre la BCE si prepara a sanzionare le banche che non rispettano i criteri di sostenibilità ambientale, gli Stati Uniti sembrano orientati verso una deregulation.
Il rinvio della nuova regolamentazione negli Usa e nel Regno Unito crea un divario competitivo nel finanziamento delle imprese in Europa. Mentre la BCE minaccia multe agli istituti che non supportano il cambiamento climatico , l'America si dirige verso la deregulation.
Le regole della nuova Basilea 3, che richiedono di rafforzare il capitale delle banche, saranno applicate solo nell'Unione Europea? In teoria, la nuova regolamentazione è globale e, dopo oltre un decennio di lavoro e consultazioni, doveva servire a contenere i rischi che erano emersi a seguito della grande crisi finanziaria post Lehman Brothers e mutui subprime. Ma le nuove regole stabilite dal Comitato di Basilea finora, almeno nell'interconnesso mondo occidentale, sono state approvate ed entrate in vigore dall'1 gennaio 2025 solo nell'Ue. Il Regno Unito ha annunciato venerdì scorso che l'applicazione della nuova normativa, dopo averla già posposta di un anno, slitterà al 2027 in attesa di capire se e come gli Usa - Paese da cui era originata l'ultima grande crisi finanziaria e bancaria globale - intenderanno adottarla. In America alcuni mesi fa la Federal Reserve aveva avanzato una sua proposta di applicazione delle nuove norme di Basilea 3 che erano addirittura più severe di quelle adottate dall'Europa. Ma quella regolamentazione era stata bocciata in modo bipartisan dal Congresso Usa e la Fed, quasi scusandosi, aveva garantito che avrebbe presentato una nuova proposta più soft. Finora niente è avvenuto e l'inizio della nuova amministrazione Trump, con i suoi propositi di deregulation a più livelli, lascia presumere che l'applicazione delle norme internazionali più restrittive di Basilea 3 non siano una priorità nell'agenda. Anche perché la potente lobby delle grandi banche di Wall Street - ormai alleate di Trump su più fronti, compresa la cautela nell'affrontare i rischi economici derivanti dal cambiamento climatico - rema contro la loro applicazione agitando lo spettro dei rischi che, con l'incremento dei ratios patrimoniali delle banche, potrebbero venire a creare per il finanziamento dell'economia Usa. In questo contesto, che vede l'America disinteressata al tema di Basilea 3 e gli UK rinviarne l'applicazione, ha senso che l'Ue proceda in modo unilaterale nel chiedere requisiti di capitale più stringenti alle sue banche? Non sta emergendo un rischio di accentuare il divario competitivo-regolamentare tra gli istituti Ue e quelli Usa? Se la preoccupazione sono i rischi che le regole di Basilea 3 sulle banche possono portare al finanziamento dell'economia, questi rischi non sono più immediati in Europa dove il sistema è più bancocentrico e l'economia cresce meno rispetto a quella americana? Un'asimmetria regolamentare che preoccupa molti. Sabato scorso il presidente dell'Abi, a valle della decisione degli UK, ha «rivolto un appello alle istituzioni europee e internazionali perché facciano ogni sforzo di dialogo con la Gran Bretagna e gli Usa per trovare un punto d'accordo perché non ci sia questo disordine di regole». Il tema è ormai assai dibattuto tra i banchieri europei e gli analisti finanziari. Da un lato c'è chi vorrebbe che l'Ue decretasse uno stop tattico all'implementazione di Basilea 3. Dall'altro c'è invece chi ritiene che avere banche europee più solide patrimonialmente sia un vantaggio a tutela di eventuali future crisi. A sintetizzare bene questa corrente di opinione è la nota inviata ai gestori internazionali da Andrea Filtri di Mediobanca Research che ricorda come «la crisi di liquidità che ha riguardato le banche regionali Usa (a partire dalla Silicon Valley Bank, ndr) non ha contagiato l'Europa dimostrando che la regolamentazione e la Vigilanza europea funziona ed è efficace». Mantenere inalterata la cornice regolamentare della nuova Basilea 3 è fondamentale, a parte la norma sui trading book che potrebbe e dovrebbe essere rinviata oltre l'anno già previsto, anche se - sempre secondo Mediobanca Research - la Vigilanza Bce, in caso di accentuazione dei divari competitivi con le banche Usa, potrebbe intervenire attenuando i requisiti Srep che vengono definiti annualmente. La nuova Basilea 3 non è però l'unico spread regolamentare tra banche Usa e Ue che rischia di deflagrare con l'avvio dell'amministrazione Trump. C'è anche quello che riguarda i rischi climatici, già oggetto di severi stress test in Europa da parte di Bce ed Eba. I regolatori del Vecchio Continente corrono a chiedere che le banche rispettino i parametri di transizione dei crediti verso la green economy - in ossequio all'attuale normativa Ue - e hanno già preannunciato possibili multe e sanzioni per quegli istituti che non rispetteranno gli obiettivi correlati al cambiamento climatico. Gli Usa invece vanno a rilento. E la Federal Reserve ha da mesi dichiarato esplicitamente di non sentirsi responsabile delle politiche che riguardano il cambiamento climatico
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