Il carcere fiorentino di Sollicciano è all'attenzione delle cronache per le proteste degli agenti penitenziari, privi di riscaldamento e acqua calda da dieci giorni. La situazione è aggravata da condizioni igienico-sanitarie precarie che riguardano sia il personale che i detenuti. La protesta si protrae e si chiede un intervento immediato da parte delle autorità per risolvere la situazione.
Da dieci giorni, circa trecento persone, tra agenti penitenziari e lavoratori, che risiedono nella caserma accanto al carcere fiorentino di Sollicciano, sono prive di riscaldamento e acqua calda a causa di un guasto idraulico.
A partire dall'8 gennaio, hanno avviato una protesta che, come ha spiegato Eleuterio Grieco, segretario regionale della Uil Penitenziari, proseguirà «almeno fino a quando non verranno date risposte serie e affrontati i bisogni reali sia della polizia penitenziaria, sia dei detenuti». La situazione, considerata «inaccettabile» e «detenzione disumana» dal presidente della Commissione politiche sociali del comune di Firenze, che ha visitato il carcere qualche giorno fa, si estende anche ai detenuti, che si trovano ad affrontare condizioni igienico-sanitarie precarie. Al carcere di Sollicciano lavorano 435 agenti di polizia penitenziaria, 27 amministrativi e 10 educatori. Alcuni di loro vivono nella caserma collegata, dove un problema idraulico, come evidenziato in un'intervista al sindacalista della Uil Grieco, sta causando disagi da una decina di giorni. «Dentro le stanze e i corridoi della caserma fa freddo. Le docce sono fredde e molti agenti scelgono quindi di non lavarsi» ha dichiarato Grieco. La situazione è stata segnalata al provveditorato dell’amministrazione penitenziaria, che, tra le altre cose, ha competenze sulla gestione del personale. A partire dall'8 gennaio, come gesto di protesta, gli agenti hanno deciso di andare alle riunioni indette dall’amministrazione «senza condividere i lavori all’ordine del giorno» almeno fino a quando la situazione non verrà risolta. Secondo Grieco è «indecoroso e indegno» non avere riscaldamento e acqua calda e «continuare a lavorare in ambienti che in una normale azienda avrebbero comportato la chiusura dell’azienda stessa da parte delle autorità competenti». Il carcere di Sollicciano, con una capienza massima di 497 posti e 533 detenuti al 13 gennaio, presenta problemi strutturali e igienico-sanitari gravi. Molti posti letto sono inagibili, riducendo ulteriormente la capienza effettiva. Le condizioni di vita sono precarie: cimici, insetti sui muri e nei letti, topi sono solo alcuni dei problemi segnalati. L'umidità, le infiltrazioni e la sporcizia rendono la struttura ancora più insalubre. Oltre ai problemi edilizi e strutturali, all'interno del carcere non ci sono abbastanza spazi da destinare alle attività educative e di formazione. Edoardo Amato, presidente della Commissione politiche sociali del Comune, che ha visitato il carcere la settimana scorsa, ha evidenziato come «il degrado fisico della struttura si intreccia con problematiche gestionali, aggravate dalla cronica carenza di personale, che peggiorano ulteriormente la situazione, sia per le persone detenute, sia per il personale che vi lavora». Amato ha parlato della necessità di «interventi immediati, sia strutturali che organizzativi: non si può più aspettare. Le condizioni attuali di Sollicciano sono inaccettabili, la detenzione disumana. Solo garantendo condizioni di vita dignitose alle persone detenute sarà possibile ripristinare i valori costituzionali e riformare un sistema ormai al collasso»
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