Il governo italiano starebbe preparando un piano audace per trasformare i centri di accoglienza per migranti di Shengjin e Gjader in Albania in centri per i rimpatri (Cpr). L'obiettivo è aggirare i ostacoli legali che hanno impedito fino ad ora l'utilizzo delle strutture, diventate vuote dopo le ripetute bocciature dei giudici.
Il governo italiano starebbe valutando l'ipotesi di trasformare i centri di accoglienza per migranti di Shengjin e Gjader in Albania in Centri per i Rimpatri ( Cpr ). Questa proposta, discussa in una riunione tra la premier Giorgia Meloni, il Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e il Sottosegretario Alfredo Mantovano, potrebbe trovare concretizzazione in un nuovo decreto.
Le strutture in Albania, rimaste vuote dopo ripetute bocciature da parte dei giudici di primo grado e delle Corti d'appello, sarebbero destinate ad ospitare migranti irregolari presenti in Italia con decreto di espulsione. L'obiettivo è aggirare il passaggio critico della convalida dei trattenimenti, affidato attualmente alle Corti d'appello che hanno sempre rigettato i fermi, come avevano fatto precedentemente le sezioni Immigrazione dei tribunali. Il governo, non più disposto ad attendere la sentenza della Corte di giustizia europea sulla definizione dei Paesi sicuri, punta a ottenere risultati immediati, anche a costo di ristrutturare completamente l'impianto dei centri. Il vice premier Antonio Tajani, a margine della riunione ministeriale dei Paesi del Balcani Occidentali, ha indicato che «vedremo» su questa ipotesi, ma ha ribadito l'impegno del governo a non abbandonare il lavoro in Albania. In tema di migranti, il governo starebbe valutando l'introduzione del braccialetto elettronico per gli stranieri che, giunti in Italia, chiedono protezione internazionale. Questa misura, alternativa alla detenzione in strutture specifiche, servirebbe anche a evitare che i richiedenti asilo scompaiano senza lasciare traccia. Secondo quanto riportato dal Messaggero, la novità è contenuta in un emendamento del governo alla legge di delegazione europea all'esame del Senato, preparato dagli uffici legislativi del Viminale
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