L'influencer Chiara Ferragni e il suo ex manager Fabio Damato sono stati citati a giudizio dalla Procura di Milano per truffa aggravata. L'accusa riguarda una campagna pubblicitaria ingannevole per il pandoro e le uova di Pasqua in collaborazione con le aziende Dolci Preziosi e Alessandra Balocco.
I legali di Chiara Ferragni , dopo aver appreso della decisione della Procura , hanno rilasciato una dichiarazione ufficiale esprimendo la convinzione che questa vicenda non abbia alcuna rilevanza penale. Ogni profilo controverso, secondo l'avvocatura, è già stato affrontato e risolto davanti all'Agcom.
L'interlocuzione con i pm non ha raggiunto l'esito auspicato e la Procura ha optato per demandare al Giudice del dibattimento ogni decisione, nonostante sia evidente, a parere dei legali, l'assenza di condotte costituenti reato e la mancanza delle condizioni di procedibilità. L'innocenza della Ferragni verrà certamente acclarata in giudizio, che verrà affrontato serenamente. Chiara Ferragni ha commentato la notizia con sorpresa e delusione, dichiarando di aver creduto fermamente che non fosse necessario celebrare un processo per dimostrare di non aver mai truffato nessuno. Dovrà purtroppo convivere ancora per un certo periodo con questa accusa, che considera profondamente ingiusta, ma si mostra pronta a lottare con ancora maggiore determinazione per far emergere la sua assoluta innocenza. Oltre a Chiara Ferragni, la Procura di Milano ha disposto la citazione diretta a giudizio anche per il suo ex manager, Fabio Damato. Tra gli imputati figurano anche Alessandra Balocco, difesa dagli avvocati Alessandro Pistocchini e Alessandra Bono, e Francesco Cannillo, rappresentante della Dolci Preziosi. Per tutti l'accusa contestata è quella di truffa aggravata. Ad dicembre 2023 l'Antitrust aveva multato per più di un milione di euro due società che fanno capo a Chiara Ferragni e per altri 420 mila euro la Balocco, ritenendoli responsabili di una campagna ingannevole con cui il pandoro era stato pubblicizzato e venduto due volte e mezzo in più rispetto al costo del prodotto non griffato. Si ipotizzava che i consumatori fossero stati indotti a pensare di poter contribuire a un’operazione di beneficenza per l’ospedale infantile Regina Margherita di Torino con l’acquisto di ogni pandoro, mentre l'azienda dolciaria aveva versato all'ospedale 50 mila euro in totale e un milione di euro per il cachet di Ferragni, ben prima dell'inizio della campagna «Pink Christmas». Stesso meccanismo per l'uovo di Pasqua di Dolci Preziosi rivestito del rosa e dei simboli dell'imprenditrice. Era stata lei stessa, lo scorso anno, a scrivere sulla pagina del suo sito Blonde Salad: «Le uova di Pasqua Chiara Ferragni x Dolci Preziosi sosterranno il progetto benefico “I Bambini delle Fate”». Questa associazione segue progetti di inclusione sociale per bambini e ragazzi con autismo. Come per Balocco era stata solo la Dolci Preziosi a fare la donazione all'associazione per un totale di 36mila euro in due anni. Nulla sarebbe arrivato da Chiara Ferragni e dai proventi delle vendite delle uova. Per l'influencer un compenso di circa 1,2 milioni di euro sempre in due anni
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