L'annuncio improvviso di dazi da parte dell'amministrazione Trump ha causato un caos sui mercati finanziari globali. Il dollaro americano si è rafforzato, l'oro è in calo, mentre le criptovalute hanno subito un duro crollo. La decisione di imporre dazi del 25% su prodotti provenienti da Messico e Canada, e del 10% sulla Cina, ha suscitato preoccupazioni per un rallentamento economico globale. Gli analisti prevedono un impatto negativo sulle industrie, in particolare automotive e tecnologiche. L'azione di Trump ha scatenato una reazione negativa da parte degli investitori, portando un calo significativo sui mercati azionari e un aumento della volatilità generale.
L'amministrazione Trump ha accelerato l'applicazione di dazi, creando un forte scompiglio sui mercati finanziari . L'annuncio di sabato che Washington avrebbe imposto dazi del 25% su beni provenienti da Messico e Canada, e del 10% sulla Cina, a partire da martedì, è stata una sorpresa per i mercati valutari. Fino a venerdì pomeriggio, si era diffusa la voce che il primo round di dazi sarebbe partito il 1° marzo, dando così a Canada e Messico un mese per negoziare.
Trump ha inoltre espresso chiaramente che l'Unione Europea sarà la prossima meta, citando un significativo deficit commerciale con il blocco. \u201cNon prendono le nostre auto, né i nostri prodotti agricoli\u201d ha affermato il tycoon. \u201cPrendono quasi niente e noi tutto, milioni di auto, enormi quantità di cibo e prodotti agricoli\u201d. I numeri confermano che l'UE esporta oltreoceano decisamente più di quanto importa: l'export nel 2023 è stato di 503 miliardi a fronte di 347 miliardi di import. La reazione sui mercati è stata di vendite corpose sull'azionario. I futures di Wall Street preannunciano un avvio difficile (-1,7% il Nasdaq, -1,4% l'S&P500) e l'Europa soffre a sua volta (Piazza Affari -1,3%). Tra le valute il dollaro Usa si è rafforzato notevolmente sulla scia di aspettative di crescita globale inferiori e potenzialmente meno spazio per la Fed per tagliare i tassi. Gli economisti ipotizzano infatti che i dazi potrebbero causare una nuova fiammata dell'inflazione e crescita più debole negli Stati Uniti, e potenzialmente alimentare recessioni in Canada e Messico, due paesi che hanno forti relazioni commerciali con la maggiore economia al mondo. In salita invece il prezzo del petrolio (+2%) perché gli investitori ritengono che i dazi potessero interrompere le forniture agli Stati Uniti, il più grande consumatore di greggio al mondo. L'aumento del dollaro ha fatto uno sgambetto all'oro, in calo anche se marginale, dopo che settimana scorsa aveva toccato i nuovi massimi storici. I due asset sono inversamente correlati in quanto l'oro è quotato in dollari Usa, quindi quando il biglietto verde si rafforza, l'oro diventa più costoso al di fuori degli Stati Uniti e la domanda (e quindi il prezzo) diminuisce. L'oro è risultato un bene rifugio per eccellenza e nell'ultimo anno è salito di quasi il 30%. 'Siamo positivi su dollaro e oro\u201d - indica Massimo De Palma, Head of Multi Asset Team di GAM (Italia) SGR - due asset che storicamente si muovono in direzioni opposte: quando il dollaro si rafforza, l\u2019oro tende a indebolirsi. Tuttavia, questa relazione si è notevolmente attenuata. Attualmente, la correlazione inversa tra il dollaro e i metalli preziosi è scesa a -0,14, un livello statisticamente debole, con momenti in cui è persino diventata positiva. Questo cambiamento mette in discussione l\u2019idea tradizionale che un dollaro forte penalizzi i metalli preziosi e viceversa'. E' quindi ipotizzabile che si assista a una fase in cui oro e dollaro si muovono nella stessa direzione, senza necessariamente influenzarsi a vicenda.'Mentre l\u2019oro viene utilizzato come bene rifugio\u201d - aggiunge De Palma - l\u2019argento ha una valenza anche industriale. Il dollaro, oltre a beneficiare del differenziale dei tassi, continua a essere supportato come copertura contro le incertezze commerciali'. Giornata decisamente difficile per il settore auto, tra quelli potenzialmente più impattati dai dazi. In particolare Volkswagen e Stellantis sono arrivati a cedere il 7% in Borsa. I due gruppi automotive sono tra quelli maggiormente colpiti dai nuovi dazi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. I dazi del 25% sui beni provenienti da Messico e Canada, che entreranno in vigore martedì, impattano in particolare per le case automobilistiche che hanno creato hub di produzione in Messico, in gran parte per rifornire il mercato statunitense. Le varie case automotive tedesche possiedono diverse fabbriche in Messico che hanno prodotto 716mila autovetture nel 2023. Stellantis ha due stabilimenti in Messico e due in Canada. Volkswagen ha in Messico uno dei suoi più grandi stabilimenti e ieri si è premurata di auspicare «colloqui costruttivi» per preservare la stabilità economica. L\u2019associazione automobilistica tedesca Vda ha affermato che i dazi potrebbero avere ripercussioni sui posti di lavoro in Germania e in Europa. Lunedì molto difficile per le criptovalute in quanto l'attrattiva degli asset più rischiosi è intaccata dalle crescenti tensioni sui dazi. Il Bitcoin, il token digitale più grande, è sceso al minimo delle ultime tre settimane in area 94mila dollari, ossia ben 15mila sotto i massimi storici toccati lo scorso mese. A far scalpore è il crollo dell'Ethereum, seconda criptovaluta per capitalizzazione di mercato, arrivata fino a -27%. Sui mercati dei derivati, sono state liquidate posizioni rialziste sulle criptovalute per oltre 2,2 miliardi di dollari in 24 ore, ha affermato CoinGlass oggi in un post su X lunedì, descrivendolo come il 'più grande crollo delle criptovalute'
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