Il Governo ha imposto un nuovo piano di dimensionamento della rete scolastica che ha sollevato critiche da parte delle organizzazioni sindacali e delle Regioni. Il piano prevede la riduzione del numero di istituzioni scolastiche, ma alcune Regioni hanno deciso di procedere con una minore riduzione o addirittura di non attuarla.
Il ministro dell' Istruzione e del Merito ha preso una decisione che non è stata accolta con favore dalle organizzazioni sindacali. Queste ultime denunciano logiche di risparmio e di riduzione della spesa, e temono che le istituzioni scolastiche non potranno godere di un pacchetto di misure agevolate approvate martedì in Consiglio dei Ministri.
Il nuovo piano di dimensionamento della rete scolastica, accompagnato da criteri di risparmio e contrazione della spesa, ha sollevato critiche da parte delle Regioni di Emilia-Romagna, Toscana e Sardegna. Mentre il decreto ministeriale 127 del 30 giugno 2023 prevedeva una riduzione del numero di istituzioni scolastiche, queste Regioni hanno deciso di procedere con una minore riduzione o addirittura di non attuare alcuna riduzione. La Toscana aveva già tentato di rivedere al ribasso il numero di accorpamenti scolastici, ma la richiesta era stata accolta con un rifiuto da parte del Governo. Martedì, con un comunicato stampa da palazzo Chigi, è arrivato un ultimatum: le Regioni che non hanno ancora adottato i piani di dimensionamento avranno dieci giorni di tempo per farlo. Tutte le Regioni che rispetteranno i termini previsti potranno usufruire di un pacchetto di misure agevolate, tra cui la possibilità di istituire classi anche senza il requisito del numero minimo di studenti e la salvaguardia del servizio. Le organizzazioni sindacali, come la Cgil, sono scettiche verso la nuova politica di riduzione del numero di studenti per classe e degli organici del personale ausiliario tecnico e amministrativo. Fracassi, segretario generale della Cgil, afferma che il Governo dovrebbe affrontare questi problemi invece di peggiorarli. Barbacci, segretario generale della Cisl Scuola, sottolinea che il processo di dimensionamento scolastico ha portato con sé una serie di problematiche irrisolte da molti anni e che è necessario un intervento mirato che tenga conto delle esigenze del personale scolastico, della funzionalità degli istituti e della piena rispondenza organizzativa dell’offerta formativa sul territorio.La Cgil ha espresso la sua preoccupazione per la situazione delle scuole, dopo una legge di bilancio che ha tagliato docenti e Ata senza attribuire le risorse necessarie per il rinnovo del contratto in linea con l’inflazione, mentre le ha aumentate per le scuole private. Si teme che il nuovo piano di dimensionamento possa peggiorare ulteriormente la situazione delle scuole pubbliche.
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