La Corte di Giustizia dell'UE si appresta a decidere se Frontex abbia compreso respingimenti di migranti. Il caso riguarda Alaa Hamoudi, un rifugiato siriano che denuncia di essere stato riportato in Turchia dopo aver sbarcato in Grecia nel 2020.
La Corte di giustizia dell'Unione Europea si appresta a valutare per la prima volta le prove relative all'accusa di complicità di Frontex nei respingimenti di migranti. Il caso in questione riguarda Alaa Hamoudi , un rifugiato siriano che denuncia di essere stato riportato al largo delle coste turche dopo essere sbarcato in Grecia nel 2020. La Grande Camera della Corte, composta dal presidente K.
Lenaerts e 15 giudici, ha esaminato il ricorso di Hamoudi, che sostiene di essere stato vittima di un'operazione di respingimento durata 17 ore, condotta congiuntamente da Frontex e dalla Guardia Costiera ellenica. Questo è un caso senza precedenti per la Corte di Giustizia dell'UE, che dovrà decidere quale standard e tipologia di prove le vittime di respingimenti eseguiti congiuntamente da Frontex e da uno Stato membro dell'Unione devono presentare per dimostrare la veridicità delle proprie accuse. Hamoudi e un gruppo di migranti avevano chiesto aiuto alla gente del posto, volendo fare richiesta di asilo. Invece di ricevere l'assistenza delle autorità, furono raggiunti da uomini mascherati e vestiti di nero che li spinsero su una zattera senza motore, rimorchiata per ore verso le acque turche e lasciata alla deriva per tutta la notte. La zattera stava affondando quando all'alba del 29 aprile 2020 fu rintracciata, con tutti coloro che erano stati costretti a salire a bordo. Poco dopo questa espulsione collettiva dalla Grecia verso la Turchia, Hamoudi fu una delle due vittime intervistate dal sito giornalistico investigativo Bellingcat e dall'Ufficio Anti-Frode dell'Unione Europea (Olaf), che indagavano sulla complicità di Frontex nel commettere e coprire la pratica sistematica di respingimenti dalla Grecia alla Turchia. L'Olaf ha rivelato che, pur non avendo accesso alle prove confidenziali, ha posto al centro queste questioni, chiedendo agli avvocati di Frontex come l'Agenzia potesse ragionevolmente affermare che il respingimento non fosse avvenuto se Olaf e due unità della stessa Frontex – RAU e VAU – avevano confermato la credibilità delle stesse accuse mosse da Bellingcat. Gli avvocati di Frontex hanno risposto che “l’idea non è di contestare che sia accaduto, in termini fattuali, siamo d’accordo in linea generale riguardo agli eventi descritti nella testimonianza del ricorrente, l’OLAF lo ha stabilito sulla base di ciò che due membri dello staff, credo, hanno detto”, tentando di sminuire apertamente l’autorevolezza e la credibilità di Olaf. L'avvocato di Hamoudi afferma che “questa è la prima volta che Frontex decide di dire qualcosa su ciò che Olaf ha effettivamente scoperto, ma ancora senza fornire alla Corte le prove desecretate dall’Olaf report che riguardano il respingimento del nostro assistito. Dire semplicemente ‘Olaf ha basato il suo rapporto solo su due membri dello staff’ è esattamente ciò che non deve accadere proprio nei casi di espulsione, dove Frontex deve fornire prove, non dichiarazioni infondate. Le prove secretate che Frontex non ha fornito alla Corte potrebbero anche dimostrare la veridicità del racconto che Hamoudi ha fornito solo alla Corte, che non era mai stato pubblicato da: “Sono stato spinto e trascinato in mare per molte ore prima di essere abbandonato alla deriva. Tutto ciò che i greci mi hanno fatto è stato finanziato e supportato da Frontex. L’aereo di Frontex è volato sopra le nostre teste quella notte. E Frontex rappresenta l’Europa. Ora attendo con fiducia e speranza, non solo per me stesso, la sentenza della Corte. Questo processo non è solo un fatto personale; è anche un passo importante verso il raggiungimento della giustizia, piú in generale”. La prossima tappa sarà il 10 aprile, quando verrà pubblicato il parere dell'Avvocato Generale della Corte, Rimvydas Norkus. Per la sentenza invece non è ancora stata fissata la data
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