Giorgio Trombetta, l'imprenditore romano scomparso all'età di 92 anni, è stato definito 'il Signore del caffè romano' per aver portato avanti l'eredità del nonno Vittorio, fondatore della torrefazione nel 1890. Trombetta ha saputo unire tradizione e innovazione, modernizzando l'azienda grazie a tecnologie avanzate come il confezionamento sottovuoto e alla creazione del consorzio Sao café, che ha portato il marchio nella grande distribuzione. Oltre all'espansione nazionale e internazionale, Trombetta ha sempre mantenuto forte l'attaccamento alla città di Roma, definendo il caffè Trombetta 'il preferito dai romani'.
Era il 'Signore del caffè romano' Giorgio Trombetta . L'imprenditore illuminato, scomparso qualche giorno fa all'età di 92 anni, voleva unire tradizione, visione d'impresa e trasversalità da grande distribuzione , portando avanti nel nome della modernità, a partire dagli anni Sessanta, l'intuizione del nonno Vittorio che fondò la sua attività, una torrefazione con vendita di caffè sfuso nel 1890.
Una data che è rimasta ben impressa per oltre un secolo fino ad oggi nel logo dell'impresa aperta in un punto strategico della Capitale come via Marsala al lato della Stazione Termini. Una sorta di benvenuto in tazzina per chi arrivava da fuori nella Città Eterna per un qualsiasi motivo, turismo, studio, lavoro. E una coccola fumante per gli stessi romani. Da nonno a nipote la nuvola aromatica del gusto continua a 'viaggiare' ed è proprio Giorgio a mescolare la filosofia ereditata con l'innovazione. Sposta la produzione nel moderno stabilimento di Pomezia, nell’area industriale vicino Roma, che ha una capacità produttiva di oltre 6 mila tonnellate l'anno con un processo completamente automatizzato. E un sistema informativo integrato che consente 'un’identificazione univoca dei lotti e delle spedizioni nel rispetto delle norme vigenti e della sicurezza del consumatore', come si legge sul sito dell'azienda in cui si sottolinea l'importanza della tutela dell’ambiente e dei consumatori. Nel 2001 ha implementato il Sistema Qualità secondo la norma Uni En Iso 9001:2015 che coinvolge tutta la filiera produttiva, ha ottenuto la Certificazione Ifs per la garanzia degli standard di sicurezza alimentare e si è dotata di un Codice Etico, a garanzia della trasparenza e dell’equità nelle Relazioni commerciali. Ed è Giorgio Trombetta a utilizzare, fra i primi, la tecnologia del confezionamento del caffè sottovuoto, metodo che permette di preservare e far rimanere intatte le qualità organolettiche della miscela di macinato. Oltre a fondare il consorzio del Sao café, con cui impone il marchio nella grande distribuzione. A proposito di quest'ultima nel 2010 diventa presidente del Gros-Gruppo Romano Supermercati nato anche grazie al suo contributo 27 anni fa. È stato anche presidente di Federlazio- Associazione Piccole e Medie Imprese del Lazio che lo ha ricordato come 'un grande imprenditore, un grande uomo che con la sua intelligenza e determinazione ha lavorato fino alla fine dando un importante contributo di innovazione al settore della distribuzione'. E anche se la ricerca della qualità attraverso la selezione delle migliori piantagioni (dal Sud America all’America Centrale, dall’Africa all’Asia, fra l’Arabica e la Robusta) ha portato il marchio a diffondersi sul mercato nazionale e internazionale, l'orgoglio del nipote era lo stesso del nonno: essere un punto di riferimento per Roma e i suoi abitanti romani, definendo il caffé Trombetta 'il preferito dai romani'. E ricordando che l'Associazione Botteghe Romane l'aveva citato come 'uno dei migliori al mondo'. Come dire: oltre ogni polemica che sa di 'ciofeca', si mescola il cucchino fra pagine di storia in punta di palato
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