Un diario ritrovato nel covo di Campobello di Mazara rivela pensieri, riflessioni e foto di Matteo Messina Denaro, catturando uno spaccato personale della vita del boss mafioso.
Le vedeva sui giornali l’identikit che gli investigatori avevano fatto su di lui e Matteo Messina Denaro ridacchiava. «Queste foto sono state fatte nel 2006. Nello stesso preciso periodo hanno fatto un identikit su me dove sembravo avessi 85 anni e 5 mesi. In verità in quel periodo ero come in queste foto», scriveva in un diario scoperto dai carabinieri del Ros che l’hanno arrestato il 16 gennaio di due anni fa.
E alla frase sfottente faceva seguire diversi scatti fatti all’Arena di Verona, appunto, nel 2006. Era il 2014 e il boss, ricercato già da 21 anni, annotava in un libricino scritto per la figlia Lorenza, riconosciuta solo poco prima di morire, pensieri, citazioni dotte ed episodi della sua vita. E tra le pagine del diario - uno dei quattro trovati nel covo di Campobello di Mazara, ultimo rifugio dell’ex primula rossa di Cosa nostra - inseriva le foto di un suo viaggio in Veneto. Sei scatti di quel che pare un turista come tanti: occhiali da sole, jeans, camicia bianca e sneakers, aria serena. Nei libricini, oltre ai pensieri per la figlia, con cui per anni il capomafia, ha avuto un rapporto molto conflittuale, citazioni di autori classici - da Lucrezio a Ovidio - si alternavano a riflessioni esistenziali. «Nelle sue proprie mani quando le si riconoscerà una maturità intellettiva ed avulsa dal condizionamento di terze persone», scriveva in riferimento alla figlia. Il riferimento era alle «influenze» materne (la ragazza era figlia del capomafia e di Franca Alagna che negli appunti viene chiamata con disprezzo 'quella') che, secondo il boss, avrebbero allontanato da sé la ragazza. «Le volevo raccontare la mia vita... lo desideravo, per dirle senza filtri quel che mi era successo. Deciderà lei se leggerlo o bruciarlo», appuntava. Molte le frasi autocelebrative («perdonatemi se con nessuno di voi ho nulla in comune, ho sofferto ma vissuto con onore»), e pensieri d’amore per Blu, il nome in codice dato alla maestra Laura Bonafede, recentemente condannata per associazione mafiosa a cui per anni il boss è stato legato sentimentalmente
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