Le indagini sull'incidente a Milano che ha causato la morte di Ramy, un giovane egiziano, proseguono. La procura sta valutando la possibilità di cambiare l'accusa contro i carabinieri coinvolti dall'omicidio stradale all'omicidio volontario.
Da ormai un mese e mezzo le indagini per accertare la verità sull'incidente a Milano che ha causato la morte di un giovane egiziano, Ramy , sono ancora in corso. Le immagini dell'inseguimento diffuse pubblicamente non chiariscono completamente cosa sia accaduto. Le tre gazzelle hanno iniziato l'inseguimento del mezzo nel momento in cui questo ha forzato l'alt della pattuglia. Questo si è protratto per 8 km, circa 20 minuti, snodandosi per le strade di Milano.
Ramy, alla guida del Tmax, ha imboccato diverse strade contro mano ad altissima velocità, sfiorando in più occasioni gravi incidenti con veicoli che transitavano. Durante la corsa, Ramy ha perso il casco, che non si trova più. Il telegiornale La7 ha diffuso anche l'audio della telefonata effettuata dai carabinieri al 118 per chiedere l'intervento dei medici per il soccorso dei due ragazzi. Si sente dire al militare che effettua la chiamata, prima di indicare l'indirizzo dell'incidente, 'due ragazzi a terra, incoscienti'. La telefonata viene effettuata poco dopo le 4 del mattino, l'incidente era avvenuto da una manciata di minuti. L'audio si interrompe perché, come ha spiegato il tg La7, la parte successiva fa parte degli atti ancora secretati per ragioni investigative. Tra le altre ipotesi, al momento la procura di Milano sta vagliando anche quella di cambiare il capo di imputazione dei carabinieri attualmente indagati, arrivando all'omicidio volontario con dolo eventuale. Il militare alla guida della gazzella è indagato per omicidio stradale in concorso, così come Bouzidi che guidava lo scooter che non si era fermato all'alt
OMICIDIO MILANO INCIDENTE RAMY CARABINIERI
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