Il governo italiano continua a lavorare per il rilascio di Cecilia Sala, detenuta in Iran da 15 giorni, con condizioni di prigionia che vengono denunciate come inaccettabili. La vicenda è legata a quella di Mahammad Abedini, detenuto italiano in Italia, con cui le autorità iraniane hanno stipulato un patto di reciprocità.
Un passo dopo l'altro il governo italiano non perde di vista l'obiettivo di riportare a casa Cecilia Sala . Questa mattina l'ambasciatrice in Iran Paola Amadei, convocata al ministero degli Esteri dalle autorità di Teheran, ha formalizzato le richieste presentate ieri all'ambasciatore iraniano dalla Farnesina. Incontri speculari nell'ambito di una dinamica diplomatica in cui è ormai chiaro che le sorti della giornalista e di Mahammad Abedini, sono strettamente legate tra loro.
'Vedremo cosa diranno gli iraniani ma noi non possiamo accettare che ci sia una condizione di detenzione di Cecilia Sala che non sia rispettosa dei diritti della persona e per questo torniamo a chiederne l'immediata liberazione', ha ribadito ieri il ministro degli esteri Antonio Tajani. Reciprocità di condizioni della detenzione Il principio su cui l'Italia insiste è quello proprio della reciprocità delle condizioni di detenzione, che l'Iran finora non ha rispettato. Cecilia Sala richiusa nel carcere di Evin da 15 giorni non ha nemmeno un materasso su cui potersi sdraiare, la luce della sua cella sempre accesa, le sono stati tolti gli occhiali da vista. E soprattutto nei sui confronti ci sono solo accuse generiche dalle quali potersi difendere. Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia: Lei cerca di essere un soldato cerco di essere un soldato io però le condizioni carcerarie per una ragazza di 29 anni che non ha fatto nulla devono essere quelle che non la possano segnare per tutta la vita. Le condizioni di Abedini Dal carcere di Opera l'ingegnere dei droni può parlare con la famiglia in Iran, gli è stato fornito un iPad sia pure senza connessione internet e può guardare i notiziari televisivi. Questa mattina ha incontrato di nuovo il suo avvocato con il quale ha parlato del parere negativo non vincolante espresso ieri dalla Procura di Milano agli arresti domiciliari. L'udienza in Corte d'appello è stata fissata per il 15 gennai
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