Scopri la storia della Barbajada, una bevanda dimenticata che un tempo era un simbolo della tradizione milanese. La sua ricetta, i luoghi dove era servita e il suo legame con la cultura milanese.
Dietro a questa bevanda si cela un'antica tradizione milanese che per oltre un secolo ha accompagnato le giornate invernali dei milanesi. Oggi quasi scomparsa, la Barbajada è un'autentica testimonianza di una Milano più raccolta, intima, in cui il piacere di gustare una tazza fumante era parte integrante della vita quotidiana. Il nome deriva da quello del suo inventore: Domenico Barbaja .
La Barbajada nacque nell'Ottocento, quando freddo e nebbia avvolgevano la città per mesi, diventando un tonico per corpo e spirito. Amatissima fino alla metà del secolo scorso, oggi vive nei ricordi di pochi e nella curiosità di chi vuole riscoprire i sapori di una volta. Domenico Barbaja, la cui biografia è quasi leggendaria, partì come garzone, poi cameriere, per diventare un imprenditore visionario, proprietario di teatri e ristoranti. Fu proprio nei caffè milanesi da lui gestiti, attorno al 1820, che questa bevanda nacque, diventando in breve tempo l'emblema dei caffè milanesi ottocenteschi. Amata tanto dai borghesi quanto dagli artisti, la Barbajada veniva servita calda durante le lunghe serate invernali nei locali più prestigiosi, come il celebre Caffè alla Scala, di fianco al Teatro alla Scala. La sua popolarità attraversò tutto l'Ottocento, trovando spazio anche nei salotti e nei ritrovi della Milano colta. Con l'avvento del Novecento e il cambiamento dei gusti, tuttavia, il consumo della Barbajada si ridusse fino quasi a scomparire. Un declino che non hanno vissuto altre bevande simili come il bicerin torinese, che ha sempre goduto di un certo successo. La Barbajada non era una semplice bevanda, ma un'esperienza sociale. Era consueto gustarla durante le pause tra un atto e l'altro delle opere alla Scala, o nei pomeriggi dedicati alla conversazione nei caffè. Il suo sapore dolce-amaro rifletteva perfettamente l'anima di una città in equilibrio tra tradizione e modernità. Questa miscela, che combinava il cacao con il caffè e una generosa dose di panna montata, si prestava a essere un lusso alla portata di molti, ma non per questo meno raffinato. Oggi possiamo considerare la Barbajada una sorta di antenato delle bevande moderne, ma legata indissolubilmente alla Milano ottocentesca. La Barbajada è così iconica e radicata nella cultura milanese che oggi potrebbe ancora avere la possibilità di tornare in auge. Alcuni bar l'hanno riproposta, attratti dalla sua storia e dal legame indissolubile con la città meneghina, come il Caffè Pasticceria Vergani, Pavè e Torrefazione Hodeidah in via Piero della Francesca. Un esempio significativo è l'edizione limitata del panettone lanciata da Mercato Centrale Milano. Preparare la Barbajada è semplice e richiede pochi ingredienti, ma il segreto sta nel saper bilanciare sapori e consistenze. Per prepararla, si scalda latte, zucchero e cacao amaro, poi si aggiunge una piccola quantità di caffè ristretto. Il segreto è nella schiuma: montando energicamente la miscela, si ottiene una texture vellutata e cremosa. Infine, l'aggiunta di panna montata. La Barbajada si può gustare in due modi: calda, nella sua versione invernale e tradizionale, oppure fredda, ideale nei mesi estivi, aggiungendo semplicemente due cubetti di ghiaccio al composto. Una ricetta versatile e alla portata di tutti.
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