Le liste d'attesa nella sanità: un'indagine che svela le diseguaglianze

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Le liste d'attesa nella sanità: un'indagine che svela le diseguaglianze
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Un'indagine Federconsumatori rivela tempi di attesa inaccettabili per diverse specializzazioni mediche nel Servizio Sanitario Nazionale. L'articolo evidenza le critiche dei lettori, che accusano i governi di tagli alla sanità, sostengono che la regionalizzazione sia stata un errore e denunciano la medicina difensiva. Si evidenzia quindi la disparità tra chi può permettersi di pagare per evitare le liste d'attesa e chi è costretto ad aspettare, a rischio aggravamento o morte.

Pochi giorni fa la nostra redazione Salute, colleghi preparati e attenti, ha pubblicato i risultati di una indagine Federconsumatori sulle liste d’attesa nella sanità . Novità clamorose? Nessuna. Elementi di riflessione? Per chi ne ha voglia, moltissimi. Cito dall’articolo di Maria Giovanna Faiella: «Oltre tre mesi di attesa per una visita gastroenterologica urgente, prescritta dal dottore col codice di priorità 'U', quindi da fare entro 72 ore.

Nove mesi per una prima visita cardiologica con priorità 'D' (Differibile), da eseguire entro 30 giorni. Più di 2 mesi per una visita neurologica urgente, da fare entro 3 giorni. Anche il tumore può 'aspettare': più di 3 mesi per una visita oncologica in 'classe D'».La reazione dei nostri lettori non è stata meno illuminante: chi ha accusato i tagli alla sanità dei governi (di tutti i colori), chi riporta i tempi di attesa nella «sua» regione che sono perfino più alti, chi sostiene con molti argomenti che «regionalizzare» la sanità è stato un errore. Chi, infine, e non è un tema da sottovalutare, se la prende con la cosiddetta «medicina difensiva» che prescrive esami e farmaci inutili solo per placare le ansie dei pazienti. I tempi di attesa nel Servizio sanitario nazionale non sono un’opinione, ormai sono una malattia con cui ci si scontra ovunque. Invece i tempi di attesa, pagando le prestazioni, non esistono, si può fare tutto e subito. Il Servizio sanitario nazionale è ancora una risorsa di altissima civiltà che consente di curare tutti gratuitamente, cosa che non ha eguali nel mondo e nella storia. Ma è altrettanto vero che oggi esistono pazienti di serie A, che possono permettersi di pagare e «saltare» le file e pazienti di serie B che quelle file devono subirle. E se nel frattempo si aggravano o muoiono, pazienza. È il nuovo mondo delle diseguaglianze, che non si manifesta certo solo nella sanità. Ma intanto i prìncipi fondamentali della Costituzione li abbiamo accantonati, senza neanche doversi esporre per riformarli

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