Le mani della mafia nel riciclo della plastica
15 persone arrestate e cinque aziende sotto sequestro a Ragusa: tra questi Claudio Carbonaro, ex pentito accusato di oltre 60 omicidi.Gli enormi teloni di plastica delle serre agricole, e il loro smaltimento, si erano trasformati in un redditizio business su cui aveva messo gli occhi e le mani la mafia. Lo hanno scoperto gli investigatori delle squadre mobili di Ragusa e Catania e dello Sco, con la Dda della procura etnea.
Tra gli arrestati, l’ex superkiller e ex pentito Claudio Carbonaro, libero dal 2013 dopo aver scontato una pena per i suoi oltre 60 omicidi, e secondo gli investigatori tornato alla testa del suo storico clan, quello dei Dominante-Carbonaro, che negli anni ‘80 e ‘90 imponeva la sua legge nelle province di Ragusa e Caltanissetta. Un feroce clan della "Stidda", l’organizzazione mafiosa che si contrapponeva a Cosa nostra.
«Un patto scellerato tra l’associazione mafiosa e l’imprenditoria locale», lo definisce il questore di Ragusa Salvatore La Rosa. L’inchiesta era partita nel 2014 da Roma, da alcune paia di scadenti ciabatte di fabbricazione cinese, la cui plastica era impregnata di sostanze tossiche.
Durante l’indagine si è pure scoperto che i fanghi provenienti dal lavaggio dei teloni, contaminati da fertilizzanti, diserbanti e anticrittogamici, venivano sotterrati assieme ad altri rifiuti tossici nei terreni attorno alla Sidi, una delle aziende dei Donzelli. Cinque aziende, per un giro d’affari di cinque milioni di euro, sono state poste sotto sequestro.
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