Marc Veyrat, lo chef francese noto per la sua cucina identitaria, ha deciso di impedire l'accesso degli ispettori Michelin al suo nuovo ristorante, aprendo un nuovo capitolo nella storica controversia tra lui e la guida. Due stelle Michelin, il suo ristorante Maison des bois, dopo una lunga battaglia legale contro la guida Michelin, che ha portato alla perdita di una stella. Veyrat ha resistito alla decisione, rifiutando di sottoporsi a nuove valutazioni.
Sei anni fa, Marc Veyrat , uno degli chef più famosi in Francia, scatenò un inferno legale quando la guida Michelin gli tolse una stella, declassandolo da tre a due stelle per il suo ristorante Maison des bois a Manigod (Alta Savoia). Il motivo? Il formaggio utilizzato per un soufflé. Veyrat, che aveva conquistato quella terza stella l'anno precedente, nel 2018, trascinò in tribunale la celebre guida rossa ma perse la causa.
Il giudice di Nanterre che si occupò del caso decise che non c'era nessuna prova del danno subito, secondo Veyrat anche un esaurimento nervoso che addirittura lo aveva spinto a pensare al suicidio, condannandolo al pagamento delle spese legali. Da allora, il suo è stato un crescendo di dichiarazioni al vetriolo nei confronti della guida, fino alla decisione degli ultimi giorni: nel nuovo ristorante, tutto in legno rustico, che porta il suo nome, appena aperto nel centro di Megève, sempre in Alta Savoia, lo chef non consentirà l'accesso degli ispettori. “Metterò un cartello all'entrata con la scritta “Vietato l’ingresso alla Guida Michelin”, ha dichiarato in un'intervista al quotidiano francese Le Parisien. Il geniale cuoco della cucina identitaria “ad alta definizione” (come lui stesso la definisce), a base di erbe selvatiche e prodotti della regione, l’irritazione per quel declassamento a due stelle non l’ha ancora digerita. Il caso allora fece scalpore nel mondo internazionale dell’alta cucina, tanto che per identificarlo venne addirittura coniato il termine “Cheddargate”. E non è un termine casuale: tutto, infati, girava attorno al formaggio che, secondo l’ispettore Michelin, Veyrat avrebbe usato per un soufflé. Un sapore che per l’inviato della guida stonava in quel piatto. Lo chef francese, che si presenta sempre con un grande cappello nero, si indignò molto per il commento e, in una lettera alla Michelin, sostenne di aver utilizzato solo formaggi locali Reblochon, Beaufort e Tomme per la preparazione. “I miei collaboratori sono furiosi - scrisse - in cucina usiamo solo le uova delle nostre galline, il latte proviene dalle nostre mucche e abbiamo due esperti di botanica in giro ogni mattina a raccogliere erbe”. Poi, in un'intervista a una radio francese, disse che l’equivoco forse era dovuto al fatto che l’ispettore poteva essere stato tratto in inganno dal colore del soufflé, per cui era stato utilizzato dello zafferano: “Forse il signore che è venuto a mangiare da noi ha pensato che fosse cheddar perché era giallo. Questa sarebbe conoscenza di un locale? È semplicemente assurdo”. Veyrat continua a sentirsi insultato da quella decisione, per cui nel nuovo locale con menu degustazione a 450 euro bevande escluse, e soli 18 posti a sedere, gli ispettori Michelin non vuole vederli: 'Quest'anno compio 75 anni. Non voglio essere esaminato per trovar posto in una classifica', ha detto alla CNN. Non è la prima volta che lo chef, nato ad Annecy, vuole tenere fuori dalla porta la Michelin: quando nel 2020 rilevò il locale parigino La Fontaine Gaillon, disse la stessa cosa. Ora spera che gli ispettori della guida, che operano in modo anonimo, si fermino davanti al cartello appeso all’ingresso
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