“Non erano terroristi, fumavano: comportamenti ripugnanti per musulmani radicali” - La Stampa

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Le motivazioni dell’assoluzione dei quattro studenti tunisini accusati di aver formato un gruppo di jihadisti collegato all’Isis.

Fumavano, vestivano all'occidentale, spacciavano droga, parlavano esplicitamente di sesso e uno di loro si era anche sposato con una donna cattolica. Tenevano «comportamenti ripugnanti per qualsiasi musulmano radicalizzato e "incompatibili con i dogmi islamici fatti propri dall'Isis».

Nel 2015 i quattro si erano stabiliti a Torino e, secondo gli investigatori, dopo un iscrizione fittizia all'università per ottenere agevolazioni e borse di studio, avevano aderito alle ideologie portate avanti dallo Stato islamico . I quattro, amici di due foreign fighters morti in Siria nel 2015, avevano pubblicato sui social alcune frasi di ricordo con foto e video di combattenti e avevano condiviso alcuni post inneggianti al martirio.

Nel 2017 un pubblico ministero della procura di Torino, Andrea Padalino, chiese il loro arresto ma un gip del tribunale si oppose. Solo dopo una serie di ricorsi i quattro furono catturati. Al processo l'accusa era stata sostenuta dai pubblici ministeri Roberto Sparagna e Paolo Scafi: erano stati loro stessi a chiedere l'assoluzione degli imputati dall'accusa di partecipazione ad associazione terroristica.

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