Il teologo e docente di etica delle tecnologie Paolo Benanti si schiera come protagonista in due nuovi programmi televisivi dedicati all'intelligenza artificiale. In 'Algoretica - Noi e l’intelligenza artificiale' su Tv2000 esplora le sfide e le opportunità dell'IA in ambiti come la salute, il lavoro, l'ambiente, la sicurezza e l'informazione.
Da ospite, Paolo Benanti diventa protagonista. Spesso presente in televisione quando si discute di intelligenza artificiale, il teologo e docente di etica delle tecnologie è ora autore e comprimario di Monica Mondo in Algoretica - Noi e l’intelligenza artificiale, in onda su Tv2000 dall’11 gennaio il sabato alle 15.15. Ogni puntata si concentrerà su ambiti specifici come la salute, il lavoro, l’ambiente, la sicurezza e l’informazione.
Con reportage, esperti in studio e pure due robot, il programma punta a promuovere una “algoretica” che riaffermi la centralità dell’uomo rispetto alla macchina; tra i partecipanti, nomi come Gianluca Nicoletti, Alessandro Piva e Francesco Profumo. “L’IA non è solo una tecnologia - riflette Benanti - ma una nuova frontiera di conoscenza. La sfida è orientarla per un autentico sviluppo umano che non crei disuguaglianze globali”. Il frate francescano è anche autore e conduttore di Intelligenze, il nuovo programma di Rai Cultura in onda lunedì 6, 13 e 20 gennaio alle 22 su Rai Scuola, e giovedì 9, 16 e 23 gennaio in terza serata su Rai3. Perché “intelligenze” al plurale? “Riconosciamo che non siamo l’unica specie intelligente: piante e animali hanno la loro forma di intelligenza, così come gli strumenti tecnici possono imitare o esprimere diverse forme di intelligenza. È un approccio simile a un prisma, capace di rifrangere la luce su molteplici spettri”, spiega. In tre puntate dedicate rispettivamente a salute, lavoro e ambiente, Benanti affronta il tema con una visione critica e multidisciplinare, accompagnato da esperti come Marco Bentivogli, Gianni Riotta, Maurizio Ferraris e altri, per discutere le sfide che pone la rivoluzione dell’IA. “Non sarà l’uomo da solo a risolverle, né la macchina da sola, ma l’uomo che usa bene la macchina”, osserva
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