🔸 Perché la rivoluzione dell’informazione cambia il modo di guardare l’economia
Esattamente vent'anni fa, nell'ottobre del 2001, tre economisti americani, Joseph Stiglitz, George Akerlof e Michael Spence, si vedevano assegnare il premio in memoria di Alfred Nobel come riconoscimento dei loro studi sui “mercati con informazione asimmetrica”. Negli anni '70 i tre avevano iniziato ad affrontare problemi differenti, ma tutti legati da un unico filo rosso: i fallimenti di mercato.
Stiglitz era interessato a tutti quei casi in cui i mercati del credito mostravano comportamenti anomali e producevano esiti inefficienti. Chi voleva prestare denaro e chi lo voleva prendere in prestito, domanda ed offerta, non riuscivano ad incontrarsi.
Il messaggio di fondo che i contributi iniziali di Akerlof, Spence e Stiglitz, e quelli dei loro numerosi eponimi ci mandano, riguarda il fatto che, se iniziamo a prendere sul serio la presenza di asimmetrie informative, allora molti ambiti economici - credito, finanza, lavoro, assicurazioni, etc. – ci appariranno sotto una luce del tutto differente e riusciremo a comprendere le anomalie che vi si riscontrano.
Nelle prossime settimane, qui su “Mind the Economy”, andremo a fondo nell'analisi dei concetti base dell'economia dell'informazione, dei suoi principali modelli, delle conclusioni ed delle principali applicazioni, per cercare di dotarci di strumenti concettuali all'altezza della complessità del mondo in cui ciascuno di noi, oggi, vive.
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