Il salto in alto l'ha rivoluzionato Dick Fosbury saltando di schiena negli anni Sessanta. Eppure c'era ancora chi a fine anni Settanta faceva record del mondo saltando ventrale: Vladimir Yashchenko era una resistenza - di giostuzzi
Quegli occhi persi nel vuoto, quasi smarriti, che sembravano chiedere e chiedersi che ci faccio qui, si accendevano al primo passo in pedana. Assumevano una determinazione e una spietatezza che nessuno avrebbe ritenuto possibili solo qualche secondo prima. Al secondo passo nessuno più faceva caso agli occhi. Perché da quel momento quel corpo lungo e sottile non sembrava più essere quello di un atleta, ma di un danzatore.
Avesse saltato Fosbury sarebbe stato uno dei tanti. A saltare ventale invece era una meraviglia, armonia pura . Dyatchkov gli ha dato il via, poi lui ha fatto quasi tutto da solo. Anche perché a uno come Volodja gli potevi pure dire come si doveva fare una cosa, se andava bene ti ascoltava, faceva cenno di sì, poi si perdeva nei suoi pensieri e ciao. Faceva come diceva lui. E come faceva lui era sempre meglio”.Perché Vladimir Yashchenko era anche una resistenza alla disciplina, a chi lo voleva prototipo di un mondo che nemmeno lui aveva capito cos’era.
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