La ministra del turismo Daniela Santanchè si è espressa in merito alle accuse di falso in bilancio, dichiarando di essere «assolutamente tranquilla» e di non aver mai preannunciato le proprie dimissioni. Santanchè ha ribadito la sua fiducia nel processo e la sua determinazione a difendersi dalle accuse.
La ministra del turismo Daniela Santanchè si è espressa in merito alle accuse di falso in bilancio, dichiarando di essere «assolutamente tranquilla» e di non aver mai preannunciato le proprie dimissioni. «Nessuno mi ha mai chiesto di fare un passo indietro», ha affermato Santanchè a Verona a margine dell'inaugurazione della Motor Bike Expo. «Ho sempre detto che sono assolutamente tranquilla perché so come sono le questioni nel merito.
Ho sempre detto che se dovesse arrivare un giudizio sulla cassa Covid, dove capisco che ci potrebbero essere delle implicazioni politiche, non avrei esitato a fare un passo indietro ma non siamo a questo punto, continuiamo a fare il mio lavoro». La ministra ha sottolineato che «oggi sono qui, poi a Gedda assolutamente tranquilla perché 'male non fare, paura non avere'. Ho una situazione psicologica di assoluta tranquillità. Mi dispiace molto per questo assalto mediatico». Santanchè ha poi precisato che non ha mai detto di voler dimettersi per il rinvio a giudizio sulle false comunicazioni per una posta di valutazione. «Non ho mai detto a nessuno che avrei dato le dimissioni sul rinvio a giudizio sulle false comunicazioni per una posta di valutazione», ha spiegato, «ho sempre detto che sulla cassa integrazione avrei fatto un passo indietro se fossi stata rinviata a giudizio, cosa che per adesso non c'è. Su questa questione del falso in bilancio, sulla posta di valutazione, non c'è nessuna implicazione politica, non c'è dolo, non c'è danno e io sono certa che sarò assolta per cui sono assolutamente tranquilla». La ministra ha aggiunto: «Se io chiedessi a voi - spiega - su cosa è il mio rinvio a giudizio, credo che nessuno saprebbe rispondermi. Sono false comunicazioni su una posta di valutazione, quindi un reato molto valutativo, che si basa su perizie tecniche, dove io voglio difendermi nel processo. Su questa cosa non ho mai detto a nessuno che avrei pensato di dimettermi». Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha commentato la situazione dichiarando: «Ho letto oggi le dichiarazioni che mi sembravano chiare. Da quel che ho letto, lei dice: non ho mai detto che mi dimetto per il falso in Bilancio, ho sempre detto che lo farei se arrivasse un rinvio a giudizio. Credo che stia comunque in una fase di valutazione, credo stia valutando e sono sicuro che valuterà bene». Anche il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto si è espresso sull'argomento, affermando: «Finché non c'è sentenza definitiva non c'è colpevolezza, quindi non c'è nessun problema dal punto di vista formale. Nessuno si può permettere, né tecnicamente né politicamente, di dare un consiglio a chi è in queste situazioni. Si tratta di una decisione individuale. Se - ha proseguito - vi fosse un automatismo di fronte a un rinvio a giudizio, o di fronte anche a una sentenza di primo grado, vi sarebbe la corsa a gestire e accelerare processi nei confronti di individui politici se l'effetto automatico fosse quello di provocare le dimissioni. E questo è un problema che può riguardare qualsiasi partito e qualsiasi soggetto»
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