Il presidente della Regione Siciliana Schifani ha chiesto al governo di prorogare la cassa integrazione per i lavoratori di Almaviva, azienda di call center in crisi a Palermo e Catania, per evitare i licenziamenti di 394 dipendenti. La Regione propone di impiegare 130 dipendenti in un nuovo call center sanitario e chiede al governo di prorogare la cassa integrazione per tutti i dipendenti siciliani di Almaviva.
Il presidente Schifani ha chiesto al governo di prorogare la cassa integrazione e ha presentato un nuovo progetto, per evitare che quasi 400 persone vengano licenziatealla ministra del Lavoro Elvira Calderone una proposta per evitare il licenziamento di 394 lavoratori e lavoratrici dei call center di Palermo e Catania di Almaviva , una delle più grandi aziende del settore in Italia, in crisi da anni.
Almaviva fu tra le prime aziende del settore ad aprire sedi in Sicilia all’inizio del Duemila. La crisi dei call center cominciò quando i committenti, cioè le grandi aziende e le compagnie telefoniche, cominciarono a pubblicare appalti a costi molto ridotti. Si aggravò definitivamente alla fine del 2022 con la, il numero di pubblica utilità attivato nel marzo del 2020 per rispondere ai dubbi delle persone in merito all’emergenza coronavirus.
La proposta di Schifani ha per ora consentito di prorogare la cassa integrazione a venerdì 3 gennaio. Per quel giorno è stato fissato un incontro in cui il ministero, la regione, Almaviva e i sindacati discuteranno la questione. Più nel dettaglio, la Sicilia vorrebbe inserire a tempo pieno 130 lavoratori e lavoratrici nei due call center del numero unico per cure non urgenti, 116-117, che punta ad aprire entro i primi sei mesi del 2025 a Palermo e a Catania.
Schifani ha detto di avere avviato una «discussione» con il governo sul caso di Almaviva già a marzo. In una nota inviata alla stampa Almaviva però ha detto di non avere saputo nulla del piano della Regione fino a lunedì., cioè lo sviluppo di servizi informatici per le aziende, più redditizio e con prospettive decisamente migliori rispetto ai call center, che puntava a chiudere alla fine del 2024.
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