Il film 'Sofia' di Meryem Benm'Barek racconta la storia di una giovane donna marocchina che aspetta un figlio fuori dal matrimonio. Un'opera potente che esplora i temi dei diritti negati alle donne e del classismo nella società marocchina.
ROMA - Sofia ha venti anni e vive con i suoi genitori a Casablanca e nessuno in famiglia sa che aspetta un figlio avuto fuori dal matrimonio. Questo il semplice plot del film 'Sofia' di Meryem Benm'Barek, in esclusiva sabato su Rai Play e già vincitore a Cannes del premio Un Certain Regard per la migliore sceneggiatura nel 2018.
Un'opera di forte denuncia sui diritti negati alle donne e sul classismo della società marocchina che segue, passo dopo passo, l'Odissea di questa ragazza introversa che si ritrova ad affrontare una situazione più grande di lei. Sofia (Maha Alemi) si deve infatti confrontare, in questa difficile situazione, prima con la personalità della zia Leila (Lubna Azabal) e poi con quella della cugina Lena (Sarah Perles) svelta e disinvolta. Durante un pranzo di famiglia la ragazza ha violenti crampi allo stomaco, Lena viene subito in suo soccorso e la porta in ospedale dove, grazie alle sue conoscenze, riesce a farla partorire anche se fuori dal matrimonio, quindi illegalmente. Per Sofia però solo ventiquattro ore per fornire i documenti del padre del bambino prima di far intervenire le autorità. 'Quando ero adolescente, mia madre mi raccontò la storia sconvolgente di una ragazza che era stata accolta dai miei nonni - dice la regista Meryem Benm'Barek -. Aveva diciassette anni e mia madre, che all'epoca era appena più grande di lei, una sera scoprì per puro caso che la ragazza era incinta, vicina al parto. Fu quindi necessario organizzare un matrimonio il più rapidamente possibile. Queste storie sono piuttosto comuni in Marocco - continua Meryem Benm'Barek -, dove è vietato avere rapporti sessuali tra persone non sposate. Tutti hanno sentito parlare o conoscono qualcuno che ha sofferto per il rifiuto della gravidanza o per un bambino nato da genitori non sposati. È una situazione destinata a complicarsi perché sia la madre che il padre rischiano di essere perseguiti e condannati al carcere. Di conseguenza, il matrimonio è l'unica soluzione possibile'
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