Era detenuto alle Vallette per aver ammazzato, nel 2008 la sua fidanzata precedente. Usufruiva di un permesso per andare a lavorare in un bistrot.
Ha tentato il suicidio nel repartino psichiatrico dell'ospedale Molinette, Mohamed Safi, il tunisino che nella notte tra venerdì 18 e sabato 19 ottobre ha cercato di sgozzare la fidanzata in corso Giulio Cesare. L'uomo ha provato a impiccarsi con un camice e alcuni brandelli di garza che aveva al braccio. E' stato soccorso dai sanitari e dagli agenti di polizia penitenziaria, che l'hanno visto appoggiato alla sbarra della cella.
«Ancora una volta la polizia penitenziaria dimostra professionalità e spirito di sacrificio - dichiara Leo Beneduci, segretario generale dell'Osapp - attestando, anche in questa occasione, di non fare differenza tra i detenuti, tutti considerati indifferentemente esseri umani. Nonostante ci siano associazioni e gruppi che parlino delle donne e degli uomini del corpo di polizia penitenziaria definendoli indiscriminatamente torturatori».
Mohamed Safi, 36 anni, è stato arrestato dalla polizia per tentato omicidio. All'una di venerdì notte, in permesso di lavoro dal carcere, ha tentato di sgozzare la compagna, una torinese di 44 anni, con un coccio di bottiglia. Lei voleva lasciarlo dopo che aveva scoperto i suoi precedenti su Internet. Nel 2008 a Bergamo, l'uomo aveva ammazzato, pugnalandola al petto, la sua fidanzata dell'epoca. In carcere alle Vallette, doveva scontare una pena di 12 anni.
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