Il leggendario golfista si prepara a scrivere un nuovo capitolo della sua storia, superando le sfide e plasmando il futuro del golf.
Quale cosa fare dopo che i tuoi sogni sono diventati realtà? È una domanda a cui poche persone possono dare una risposta, perché in pochi conoscono il lusso, o la condanna, di soddisfare i propri desideri. Tiger Woods è uno dei pochissimi a cui la vita ha riproposto la questione più e più volte. Da ragazzino sognava di superare suo papà a golf? Fatto. Di battere i ragazzi più grandi nei tornei più importanti? Fatto. Di vincere lo Us Amateur? Fatto, per ben tre volte di fila. Diventare il n.
1? Fatto, il più giovane di sempre a riuscirci. Vincere Masters, Us Open, Pga Championship e Open? Fatto. Vincerli tutti e 4 di fila? Fatto. Tiger ha raggiunto tutto quello che aveva immaginato. E ogni volta, alla domanda “che cosa fare quando i tuoi sogni diventano realtà” ha risposto allo stesso modo: sogna ancora più in grande. E adesso che cosa vuole fare Tiger? Il giocatore non c’è praticamente più: è da luglio che non scende in campo in un torneo vero, fra un’operazione e l’altra i suoi 49 anni pesano il doppio, anche se il suo fisico muscoloso sembra ancora perfetto. Però basta guardarlo camminare - o meglio: zoppicare - per togliersi qualsiasi illusione. Quel Tiger non c’è più. Però c’è l’altro Tiger, quello che da dietro le quinte comanda, dirige, si impone. C’è il Tiger padrone del golf. Un esempio è il Genesis Invitational di questa settimana, spostato a Torrey Pines vicino a San Diego per colpa degli incendi che per settimane hanno devastato Los Angeles, tradizionale sede del torneo. È la sua gara, quella che viene organizzata dalla sua fondazione e che alimenta i suoi progetti di beneficenza. Doveva esserci anche lui, ma lunedì sera si è tirato fuori: 'Non sono pronto. Ho fatto del mio meglio per prepararmi, sapendo che questo era quello che mia madre avrebbe voluto, ma non ho ancora metabolizzato la sua perdita'. Già, la settimana scorsa è scomparsa mamma Tida, all’anagrafe Kultida, 78 anni, uno dei segreti dei suoi successi, la donna che lo portava da bambino a giocare i tornei in giro per l’America, che con papà Earl faceva i sacrifici per farlo crescere. Tida era la roccia su cui Tiger ha costruito tutta la vita. Lui non ci sarà, gli altri sì, da Scheffler a McIlroy, perché se Tiger chiama, si risponde.... Proprio perché a Tiger è impossibile dire di no, ora potrebbe essere decisivo anche nella pace tra Pga Tour - lui è nel board in rappresentanza dei giocatori - e LIV. La questione si trascina da quando la lega finanziata dagli arabi ha cercato di prendersi i migliori. A suo tempo si parlò di un’offerta di 800 milioni di dollari anche per Woods, forse non era vero, di sicuro lui è rimasto fedele al Pga. Da allora, dopo un paio d’anni di scontro totale, è stato firmato un accordo per ricomporre la frattura ma poi non si è trovato mai il modo di chiudere la partita. La settimana scorsa il commisioner del Pga, Jay Monahan, è andato a capo chino da Donald Trump a chiedere una mano e il presidente ha risposto al suo solito modo: 'Posso far trovare l’accordo in 15 minuti'. Di sicuro ha trovato il tempo, domenica prima di andare al Superbowl, di giocare 18 buche con Tiger e suo figlio Charlie. In America sono sicuri che la questione LIV sia stata affrontata più volte durante le ore passate insieme. Ed è certo che Woods e Trump uniti potrebbero abbattere ogni ostacolo. Oltre alla pace con gli arabi, Tiger sta anche disegnando il golf del futuro. Da una sua idea e grazie ai suoi investimenti è nata a gennaio la TGL, una lega con sei squadre e 24 giocatori. Ci sono Tiger e McIlroy, Bradley e Aberg, Fleetwood e Thomas. Si gioca al chiuso, in un’arena costruita apposta in Florida, un mix di golf virtuale e reale. C’è un simulatore per i primi colpi, si tira contro un mega schermo, poi ci si sposta su un vero green e lì, putt in mano, si chiude la buca. L’idea è di avvicinare i giovani e conquistare un nuovo pubblico tv. Per il momento i numeri sono contradditori: bene le prime due settimane, con ratings in crescita, male la terza, meglio la quarta quando si sono affrontate le squadre di Woods e McIlroy con punte di un milione di telespettatori. Non tantissimo, ma tutte le novità hanno bisogno di tempo per imporsi. E Woods sa che i sogni - i suoi - si avverano
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